Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Muro occidentale: vince l'esclusione, no allo spazio misto donne-uomini Commento di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Data: 27 giugno 2017 Pagina: 26 Autore: Davide Frattini Titolo: «Donne al Muro del pianto, fallisce il compromesso, vincono gli ortodossi»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 27/06/2017, a pag. 26, con il titolo "Donne al Muro del pianto, fallisce il compromesso, vincono gli ortodossi" il commento di Davide Frattini.
Davide Frattini
Donne ebree al Muro occidentale
Da quasi trent’anni una volta al mese si presentano davanti al Muro del Pianto con il tallit (lo scialle da preghiera), i tefillin (le scatolette di cuoio legate con le cinghie che contengono i versetti sacri) e provano a recitare la Torah ad alta voce (t’fila in ebraico vuol dire preghiera). Sono le quattro «T» simbolo della protesta che i rabbini ultraortodossi leggono come una sola parola: tradimento della tradizione. Perché le donne — per questi oltranzisti dell’ebraismo — non possono pregare come gli uomini. La questione non è solo teologica, il movimento nato a Gerusalemme è sostenuto dai gruppi riformisti e conservativi, le congregazioni sono molto diffuse negli Stati Uniti, quelle comunità della diaspora che aiutano Israele con le raccolte fondi e le pressioni politiche sui presidenti americani.
Natan Sharansky, presidente dell'Agenzia ebraica
Adesso che Benjamin Netanyahu si è rimangiato la promessa di un anno e mezzo fa — trovare una soluzione per le femministe del Muro — i rappresentanti delle organizzazioni internazionali non vogliono più mangiare con lui e hanno disdetto la partecipazione alla cena di gala prevista ieri sera. Nello stesso giorno la coalizione al potere ha riaffermato il monopolio degli ultraortodossi nelle conversioni, anche se la Corte Suprema israeliana aveva riconosciuto la legittimità di quelle eseguite dai rabbini riformati. Il premier israeliano ha scelto così di piegarsi alle pretese dei partiti religiosi e per salvare il suo governo si è inimicato quello che è stato il primo governo di Israele. A mobilitare la rivolta contro la decisione è l’Agenzia Ebraica, che guidò per qualche mese la nazione appena nata nel 1948. Il compromesso che accontentava le dissidenti della religione era stato trovato dall’eroe della dissidenza sovietica: Natan Sharansky aveva proposto di allargare la zona dedicata ai riti, garantiva la libertà senza urtare la sensibilità. Ammette sconsolato: «Agli ebrei nel mondo Netanyahu ha mandato il messaggio “non siete parte di noi”».
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