Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
L'Iran bombarda la Siria: interessa a qualcuno? Continua la guerra tra sunniti e sciiti
Testata: La Repubblica Data: 19 giugno 2017 Pagina: 14 Autore: la redazione della Repubblica Titolo: «Iran, missili in Siria: 'Per l’attentato a Teheran'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/06/2017, a pag. 14, la breve "Iran, missili in Siria: 'Per l’attentato a Teheran' ".
Sunniti contro sciiti in Medio Oriente
A sorpresa, ieri sera l’Iran ha lanciato dei missili nell’Est della Siria con l’obiettivo di colpire basi di gruppi militanti che ritiene responsabili degli attacchi di mercoledì 7 giugno a Teheran, in cui sono state uccise 18 persone. Lo riferisce l’agenzia di stampa iraniana Tasnim, spiegando che a lanciare i missili terra-terra a medio raggio dall’ovest dell’Iran verso la regione di Deir al-Zor sono stati i Guardiani della rivoluzione e che un “ampio numero” di terroristi è stato ucciso.
I missili, che di questo tipo non venivano lanciati da Teheran dal 1988 durante la guerra contro l’Iraq, hanno preso di mira «centri di raccolta di terroristi “takfiristi”», come gli iraniani chiamano gli estremisti sunniti. I Guardiani della rivoluzione iraniani combattono da molto tempo in Siria al fianco del presidente siriano Bashar Assad. Sempre in Siria, inoltre, ieri gli Stati Uniti hanno abbattuto un aereo del regime che bombardava i combattenti della coalizione vicino Raqqa, scatenando la rabbia di Damasco.
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