Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Hamas si traveste da colomba: tutto fumo negli occhi Cronaca di Davide Frattini, titoli fuorvianti di Corriere e Repubblica
Testata: Corriere della Sera Data: 03 maggio 2017 Pagina: 17 Autore: Davide Frattini Titolo: «Sì ai confini del '67 Hamas riscrive il suo manifesto»
Riprendiamo dal CORRIERE DELLA SERA di oggi, 03/05/2017, a pag. 17, con il titolo "Sì ai confini del '67 Hamas riscrive il suo manifesto", il commento di Davide Frattini.
Hamas non ha riscritto il suo statuto fondativo, che si pone l'obiettivo della distruzione di Israele. Il titolo del Corriere è perciò fuorviante, ma peggio ancora riesce a fare la Repubblica, che titola "Hamas 'soft': ok a confini sulle linee del '67". Hamas non è cambiata: l'annuncio riportato serve esclusivamente, come ricorda Davide Frattini, a gettare fumo negli occhi e fare in modo che Hamas venga considerato, al pari di Abu Mazen, un interlocutore.
Ecco l'articolo:
Davide Frattini
Terroristi di Hamas
I fuochi di artificio scrivono nel cielo gli auguri di compleanno, sono 69 dalla nascita di Israele. Nelle stesse ore i capi di Hamas riscrivono (in parte) il manifesto che nel 1988 ha sancito la nascita del movimento fondamentalista. Stretti tra «il nemico sionista» — come continuano a chiamarlo — le pressioni dei generali egiziani e quelle del raìs palestinese Abu Mazen, cercano di ritracciare la mappa politica dei dintorni: sono pronti ad accettare uno Stato nei confini del 1967, non rinunciano all’obiettivo di conquistare tutti i territori che vanno dal Giordano al Mediterraneo. Anche se non invocano più la distruzione dello Stato ebraico, di fatto ne auspicano ancora la cancellazione, tra quel fiume e quel mare non ci sarebbe posto. Il documento viene bollato da Benjamin Netanyahu, il premier israeliano, come «fumo negli occhi, vogliono prendere in giro il mondo fingendo di essere moderati» .
È stato approvato alla vigilia della visita di Abu Mazen a Washington e vuole ricordare a Trump che per discutere di un accordo deve ascoltare anche Hamas. Lo Stato palestinese da creare anche con le armi, proclama il testo, avrebbe come capitale Gerusalemme. Che è diventata ancora una volta il bersaglio di una risoluzione contro Israele approvata ieri dall’Unesco. Il governo israeliano considera un successo che dieci Paesi — tra cui l’Italia, Netanyahu ha ringraziato Angelino Alfano, il ministro degli Esteri — abbiano votato no. In passato si erano astenuti.
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