Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Non 'morti', ma 'assassinati': le parole giuste per ricordare la Shoah Commento, critico, di IC
Testata: Informazione Corretta Data: 17 gennaio 2017 Pagina: 1 Autore: IC redazione Titolo: «»
Le parole hanno sempre un peso decisivo. Per questo indicare le vittime della Shoah come "morti" e non come "uccisi" o "assassinati" è fuorviante. Eppure su tutti media, indistintamente leggiamo sempre 'morto/a' a Auschwitz, Treblinka ecc. un vero e proprio insulto alla memoria di 6 milioni di ebrei sterminati.
In Italia, a differenza di altri paesi, tra i quali la Germania, sulle 'pietre d'inciampo' vengono riportati anche i nomi di altri deportati, in genere politici. Giusto ricordarli, ma andava fatto in altro modo, erano nemici del Terzo Reich, mentre nei confronti degli ebrei è stato un genocidio, la volontà di cancellare un popolo intero. Dedicare le pietre a diverse categorie annulla l'effetto 'memoria della Shoah' per cui sono state pensate.