Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Sovvenzioni alle scuole cristiane in Israele 23/12/2016
Gentilissima Redazione, grazie per la pubblicazione della mia lettera di ieri sui finanziamenti pubblici alle scuole cristiane in Israele. Rilevo, tuttavia, che non è esatto che il contenzioso sia “a guida unica cattolico/vaticana” e che sia solo la Santa Sede (o, in questo caso, un Vescovo cattolico) a protestare. Anche se sui giornali italiani è molto più frequente che vengano intervistati ecclesiastici cattolici, specialmente del Patriarcato Latino di Gerusalemme, le scuole cristiane in Israele sono coordinate e rappresentate, nei rapporti con il Ministero dell’Istruzione israeliano, da una Commissione o Comitato (non ne ricordo il nome esatto) di cui fanno parte rappresentanti di tutte le confessioni cristiane ed è stato quest’organismo che ha partecipato alle trattative con il Ministero stesso nel corso dell’ultimo anno o due. In quel periodo, sui siti giornalistici israeliani in inglese ho letto interventi di cristiani di diverse confessioni, non solo cattolici, tutti molto preoccupati per il taglio dei finanziamenti pubblici e molto amareggiati per il confronto con le scuole religiose (non statali) ebraiche che hanno, invece, continuato a beneficiare di fondi molto più sostanziosi, tali da coprire pressoché interamente i loro costi. Non credo che si possano trasferire automaticamente ad Israele le considerazioni che valgono per la situazione italiana, perché la legge israeliana prevede consistenti finanziamenti pubblici non solo per le scuole statali, ma anche per quelle (di vario orientamento, non solo confessionale) che hanno uno status analogo (e denominazione simile) a quello delle nostre scuole ‘legalmente riconosciute’. Perciò, se, ad un certo punto, i finanziamenti alle scuole cristiane vengono più che sensibilmente ridotti mentre quelli alle scuole ebraiche della medesima categoria giuridica restano intatti, il problema si pone. Se, poi, alle medesime scuole cristiane, proprio in virtù del loro status di riconoscimento legale, sono imposti limiti alle rette che possono essere chieste agli allievi, cosicché esse sono costrette ad indebitarsi ogni anno di più per continuare a svolgere la loro funzione, il problema diventa grave. Con i più cordiali saluti ed auguri, a Voi ed a tutti i lettori di IC, di lietissime Feste di Hanukkà e di Natale, quest’anno felicemente contemporanee,
Annalisa Ferramosca
Gentile Annalisa Ferramosca, Se il governo d'Israele decide una riduzione e una sospensione dei finanziamenti alle scuole cristiane (o altre fedi) riteniamo che l'abbia deciso in base a valutazioni di ordine economico. E' vero che in Italia c'è un sistema diverso, ma eguali sono i pareri se sia ammissibile in uno stato laico finanziare scuole private religiose.