Un attentato in più…
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione dal francese di Yehudit Weisz)
http://www.jpost.com/Edition-Francaise/Moyen-Orient/Un-attentat-de-plus-4757 50
Non è successo da noi in Israele, ma dai nostri vicini egiziani.
Anche loro, purtroppo, hanno dovuto abituarsi. Non si è trattato di un attentato terroristico palestinese. In Egitto, di solito, sono dei musulmani egiziani che uccidono altri musulmani egiziani. Ma non questa volta.
Questa volta è stata presa di mira una chiesa copta.
In Occidente ci si dimentica troppo facilmente che l’Islam, che non ama gli ebrei, non è più tenero con i cristiani.
Un vecchio adagio non recita « Dopo sabato verrà la domenica » ? Ovvero, dopo gli ebrei verrà il turno dei cristiani. I fanatici musulmani vedono dunque in modo ostile i preparativi per la festa di Natale e gli eventi che la circondano. Ecco il perchè dell’attentato. Bisognava aspettarselo, diranno poi i commentatori. Bisogna capire perchè le autorità non ci abbiano pensato, ma questo è un altro discorso.
I terroristi invece ci avevano pensato, loro sì, e avevano fatto i preparativi con grande cura. Innanzittutto il bersaglio: una chiesa. Quella più vicina alla grande cattedrale di San Marco, attualmente in restauro. Poi il giorno: ovviamente di domenica, giorno di massima affluenza. E all’interno della chiesa, la sezione riservata alle donne, luogo in cui non ci sono controlli e guardie.
Infine l’esecutore : una donna naturalmente, che silenziosamente è entrata portando con sè una modesta valigetta contenente dodici chili di esplosivo, l’ha appoggiata sotto un banco ed è uscita con estrema calma.
Avrà dato uno sguardo alle donne, alle ragazzine vestite a festa, che lei stava per condannare ad un atroce destino ? No di certo. Dopo tutto, per lei, erano solo delle infedeli indegne della divina misericordia.
Compiuto quanto le avevano affidato, se ne è andata, oltre a tutto non era nemmeno una kamikaze. Procedeva a testa alta, col sorriso sulle labbra ?
Non si saprà mai, le telecamere di sorveglianza non erano installate su quella parte dell’edificio. E’ stata lei ad innescare la bomba con un telecomando, una volta raggiunta la distanza per non correre alcun pericolo ? Ha lasciato ad un complice questo compito ?
Ad ogni modo, il seguito ( le 25 donne morte, tra cui neonate, bambine, adolescenti con la vita davanti a sé, madri di famiglia, nonne e decine di feriti) lei l’avrà ben visto alla televisione, ricevendo i rallegramenti dei suoi colleghi.
E l’Occidente ? I media ne hanno parlato, certamente, ma come avviene con altre notizie. D’altronde, in primo piano c’era un doppio attentato in Turchia, con ancora più vittime. Poi si è passati ad altro.
Desta preoccupazione la città di Palmira, gioiello di arte antica con i suoi superbi monumenti, già colpita duramente nei lunghi mesi di occupazione dello Stato Islamico. Libera per poco tempo, è di nuovo preda del Daesh, i cui combattenti sono riusciti ad attraversare il deserto senza farsi notare dalle forze del regime. Un esperto militare , intervistato da Le Figaro, spiega il perché: gli elicotteri siriani erano tutti impegnati nel bombardamento intensivo della città di Aleppo, dove i ribelli resistono ancora, e non erano dunque disponibili a monitorare i movimenti dell’organizzazione dello Stato Islamico
Michelle Mazel