Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Muro occidentale: un gruppo di ebrei ultraortodossi aggredisce i riformati Ma la democrazia israeliana è esempio di pluralismo
Testata: Libero Data: 03 novembre 2016 Pagina: 13 Autore: la redazione Titolo: «Gli ebrei al muro del pianto se le suonano fra di loro»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/11/2016, a pag. 13, la breve "Gli ebrei al muro del pianto se le suonano fra di loro".
La democrazia israeliana è un esempio di pluralismo, un concetto che talune componenti fanno fatica a capire. Come in ogni società civile alla fine il buon senso dovrà prevalere con una accettazione condivisa.
Ecco la breve:
Ebrei riformati - donne e uomini insieme - al Muro occidentale
Scontri senza precedenti sono scoppiati ieri al Muro del pianto a Gerusalemme fra ebrei ultraortodossi e riformisti. Tutto è cominciato quando un corteo di circa 200 rabbini e fedeli dell'ebraismo Riformista, assieme ad attiviste del gruppo «donne del muro», si è diretto verso il luogo sacro. Scopo della marcia, a cui partecipavano anche leader ebraici venuti dall'estero, era ribadire la richiesta di un luogo paritario dove donne e uomini possano pregare assieme davanti al Muro del pianto. Ma gli ultraortodossi presenti hanno aggredito fisicamente i partecipanti alla marcia, con botte e spintoni. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha poi stigmatizzato la marcia, accusando gli organizzatori di una «rottura unilaterale dello status quo» al Muro del pianto che «minano i nostri sforzi di trovare un compromesso».
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