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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.11.2016 Così l'Italia addestra i peshmerga contro lo Stato islamico
Commento di Marco Nese

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 novembre 2016
Pagina: 13
Autore: Marco Nese
Titolo: «Il generale italiano: 'Così addestriamo i peshmerga curdi alla battaglia'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/11/2016, a pag. 13, con il titolo "Il generale italiano: 'Così addestriamo i peshmerga curdi alla battaglia' ", il commento di Marco Nese.

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Un gruppo di peshmerga

Nell’assedio di Mosul combattono molti curdi addestrati dai militari italiani. Da Erbil, nel Kurdistan, ne parla con orgoglio il generale Angelo Michele Ristuccia. «Abbiamo messo più di 6 mila uomini in grado di difendersi e attaccare. Il lavoro svolto in alcuni mesi dai preparatori del nostro Paese è stato straordinario». Uno degli insegnamenti cruciali riguarda gli ordigni esplosivi. «Sul terreno sono nascoste numerose bombe artigianali che possono essere devastanti. Abbiamo spiegato ai combattenti curdi come individuarle e neutralizzarle. In questo modo abbiamo contribuito a creare le condizioni per affrontare in modo decisivo l’Isis. E risparmiare tante vite umane».

Sono 950 gli italiani impegnati a trasformare contadini e montanari in soldati capaci di fronteggiare un nemico spietato. Il governo italiano considera il loro lavoro di primaria importanza, tanto che alla domanda su cosa fa il nostro Paese, più volte il ministro della Difesa Pinotti e il presidente del Consiglio Renzi hanno risposto: «Abbiamo inviato una missione di addestratori militari». E ora il ministero della Difesa ribadisce che i reparti italiani hanno il compito di assicurare «il necessario supporto operativo per sconfiggere» l’Isis.

«C’è ancora molto da fare — spiega il generale Ristuccia —. Perché i seguaci del Califfo al Baghdadi sono un nemico molto forte, ben organizzato, difficile da affrontare». L’apporto degli italiani fu fondamentale anche nella riconquista, un anno fa, di Sinjar. I curdi che ripresero il controllo della città avevano ricevuto un accurato addestramento dai paracadutisti della Folgore. La base degli addestratori è ad Erbil, nel nord dell’Iraq. Dopo il duro training al quale gli italiani li sottopongono, i curdi appaiono trasformati, fieri, aggressivi, degni del nome che portano, peshmerga, che significa combattenti fino alla morte, sono i guerriglieri di uno Stato che sulla carta non esiste: il Kurdistan è solo nel loro cuore. Ai peshmerga, gli istruttori italiani forniscono anche armi, per esempio i micidiali lanciatori, cannoni utili per far saltare in aria i camion che i terroristi dell’Isis imbottiscono di esplosivi.

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