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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
25.10.2016 L'Unesco ci riprova
Commento di Valentino Baldacci, editoriale del Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 25 ottobre 2016
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «L'Unesco ci riprova»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 25/10/2016, a pag. 3, l'editoriale "L'Unesco ci riprova".

Sulla cancellazione della storia ebraica di Gerusalemme riprendiamo il commento di Valentino Baldacci, presidente dell'Associazione Italia Israele di Firenze, andato in onda su ITALIA7.

https://www.youtube.com/watch?v=abnUx8Wzs14&feature=youtu.be

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Valentino Baldacci

IL FOGLIO: "L'Unesco ci riprova"

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Mercoledì l’Unesco ci riprova. Dopo la risoluzione che ha de-ebraicizzato Gerusalemme, l’agenzia dell’Onu per la cultura e la scienza si riunisce nuovamente al cospetto del World Heritage Committee per rafforzare la bugia secondo cui ebrei e cristiani non hanno nulla a che fare con la città santa. “Come se si affermasse che il sole crea il buio”, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

La nuova risoluzione dal titolo “La città vecchia di Gerusalemme e le sue mura” e che, analogamente a quella approvata la settimana scorsa dall’Unesco, disconosce il carattere ebraico e cristiano di Gerusalemme, non vedrà l’Italia impegnata perché il comitato che vota è formato da ventuno stati di cui l’Italia non fa parte. Sono chiamati a esprimersi Finlandia, Polonia, Portogallo, Croazia, Turchia, Azerbaigian, Corea del sud, Indonesia, Filippine, Vietnam, Kazakistan, Tunisia, Kuwait, Libano, Perù, Cuba, Giamaica, Burkina Faso, Zimbabwe, Angola e Tanzania. Non un bel parterre. Il Monte del Tempio viene chiamato nella risoluzione col nome musulmano e viene definito “luogo santo musulmano di preghiera”.

Niente riferimento all’“importanza della Città Vecchia di Gerusalemme per le tre religioni monoteiste”. Netanyahu ha parlato di “un jihad diplomatico contro il popolo ebraico”. L’obiettivo, infatti, è lo stesso del fronte arabo dal 1948 a oggi: la cancellazione dello stato ebraico e la creazione di un’unica Palestina araba che comprenda anche tutta l’area oggi riconosciuta come lo stato d’Israele. Una strategia di guerra basata sulla riscrittura della storia e delle religioni.

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lettere@ilfoglio.it

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