Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Abbattere la casa di Hitler: una scelta giusta Si oppone Sergio Romano
Testata: Corriere della Sera Data: 18 ottobre 2016 Pagina: 13 Autore: Sergio Romano Titolo: «La disputa sul passato e la scelta di abbattere la casa di Hitler»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/10/2016, a pag. 13, con il titolo "La disputa sul passato e la scelta di abbattere la casa di Hitler", il commento di Sergio Romano.
Sergio Romano si scaglia contro chi ha deciso di abbattere la casa di Hitler a Braunau am Inn, in Austria. L'ex ambasciatore sottovaluta però il rischio - più di un rischio, una certezza - che la casa sia luogo di pellegrinaggio per neonazisti, come già accade a Predappio per i neofascisti italiani. Giusto abbatterla e al suo posto edificare un edificio che ricordi la vita del criminale. Con tanto di targa.
Ecco l'articolo:
Sergio Romano
La casa di Hitler
La distruzione della casa natale di Hitler a Braunau appartiene a una delle tradizioni meno nobili della storia umana. Posso immaginare che non sia piacevole per i 17.000 abitanti di questo piccolo centro dell’Alta Austria assistere di tanto in tanto al nostalgico pellegrinaggio di nazisti impenitenti. Il rischio esiste. Sappiamo che Jörg Haider, esponente di una destra che si definiva impunemente liberale, voleva organizzare a Braunau un congresso europeo e che vi sarebbe riuscito se Giovanni Malagodi, allora presidente dell’Internazionale liberale non glielo avesse impedito. Ma i conti con la storia non si possono fare distruggendone le tracce. Non è lecito ricordare del passato soltanto le pagine più gradite e sopprimere quelle che sono motivo di imbarazzo e disagio. Hitler appartiene all’Austria.
Adolf Hitler
Gli anni passati a Vienna furono amari ma hanno formato la sua visione del mondo e i suoi gusti molto più di quanto sia accaduto a Monaco e a Berlino. Qui è nato il suo antisemitismo. Qui è stato trionfalmente accolto da una enorme folla plaudente nel marzo del 1938. Paradossalmente la distruzione della casa di Braunau è stata decisa quando è nelle librerie da pochi mesi una nuova edizione del Mein Kampf ; due volumi di grande formato che pesano cinque chili e contengono il testo di Hitler, una lunga prefazione (80 pagine), la lista delle traduzioni del libro in altre lingue, una bibliografia (122 pagine), cenni biografici sulle persone citate, un indice analitico (70 pagine), una documentazione iconografica sui luoghi abitati da Hitler negli anni in cui l’opera fu scritta, una sterminata bibliografia e 3.500 note. Gli studiosi tedeschi non hanno bruciato le copie rimaste del libro di Hitler, come forse avrebbero fatto i distruttori della casa di Braunau. Hanno preferito seppellire l’autore sotto la pietra tombale della migliore filologia germanica.
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