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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.10.2016 Hillary Clinton e il governo d'Israele
Commento di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 ottobre 2016
Pagina: 13
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Il processo di pace langue, e il governo israeliano teme l'arrivo di Hillary Clinton»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/10/2016, a pag. 13, con il titolo "Il processo di pace langue, e il governo israeliano teme l'arrivo di Hillary Clinton", il commento di Davide Frattini.

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Davide Frattini

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Hillary Clinton con Benjamin Netanyahu

Il «New York Times» sembra parlare al presidente perché la candidata intenda. In un editoriale il quotidiano americano invita Barack Obama a punire il governo israeliano per la decisione di costruire una nuova colonia, decisione che il giornale paragona a un «insulto: è stata presa poche settimana dopo che la Casa Bianca ha garantito 38 miliardi in aiuti militari a Israele per il prossimo decennio. Il nuovo insediamento fa parte di una striscia di avamposti che rischiano di tagliare in due la Cisgiordania e di rendere ancora più impossibile la nascita di uno Stato palestinese. È improbabile che Obama, da presidente uscente, riesca a esercitare sul governo israeliano la pressione necessaria perché ritorni al tavolo delle trattative con Abu Mazen.

Così il premier Benjamin Netanyahu e i suoi consiglieri cercano di vaticinare il futuro prossimo, di capire quale posizione Hillary Clinton prenderà, se dovesse entrare alla Casa Bianca. Le previsioni sono fosche, almeno dal punto di vista del primo ministro: gli israeliani sono convinti che Clinton li considererebbe responsabili per il blocco dei negoziati e applicherebbe tutta la forza su di loro, anche perché considera Abu Mazen troppo debole. Tra le ipotesi — rilanciate anche dal «New York Times» — una risoluzione statunitense al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: il documento deve delineare i passaggi che portino a un accordo, dalla questione della sicurezza per Israele al futuro di Gerusalemme, dal destino dei rifugiati palestinesi ai confini tra i due Stati. «Non sarebbe una risposta burocratica a una crisi che sembra senza soluzione», scrive il giornale. Al contrario sembra l’unico modo per convincere Netanyahu a rianimare la speranza di un’intesa. Obama potrebbe decidere di far votare la risoluzione e di lasciare a Clinton, se dovesse succedergli, il compito di piegare Israele alla volontà delle potenze mondiali.

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lettere@corriere.it

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