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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
21.09.2016 Quando le armi significano salvezza: necessarie a evitare le stragi del terrorismo
I casi opposti del Minnesota e di Orlando

Testata: Il Foglio
Data: 21 settembre 2016
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «'Sarebbero tutti morti, con il gun control'»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 21/09/2016, a pag. 3, l'editoriale "Sarebbero tutti morti, con il gun control".

Se l'assassino di Orlando, nalla strage della discoteca gay, avesse trovato a fronteggiarlo qualcuno con un'arma sarebbe stato fermato, forse dopo aver ucciso alcune persone ma certamente prima di trucidarne 49. Un'arma avrebbe significato la salvezza per decine di persone. E' un esempio che dovrebbe insegnare molto.

Ecco l'articolo:

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Jason Falconer

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In memoria delle vittime di Orlando

La sera di sabato scorso, in un centro commerciale di St. Cloud, in Minnesota, un somalo rifugiato negli Stati Uniti, Dahir Adan, ha accoltellato nove persone che facevano shopping. Invocava Allah, mentre colpiva, e lo Stato islamico ha rivendicato le sue azioni bruciando sul tempo perfino qualche politico locale tentato magari di minimizzare l’attacco terroristico degradandolo a “atto intenzionale” (cit. Bill de Blasio). Se le vittime sono state “soltanto” nove e se tutte sono in vita lo si deve all’intervento di un tal Jason Falconer che ha sparato ad Adan. La Cnn, fonte d’informazione seria, gli ha dedicato un articolo, intitolato sobriamente: “L’uomo che ha messo fine all’attacco in Minnesota è un eroe riluttante”. Perché Falconer, raggiunto dai cronisti, ha detto di non volersi prendere chissà quale merito: ha agito come deve agire un ex poliziotto.

La maggior parte dei media mainstream, però, specie i giornaloni italiani, girano alla larga da Mr. Falconer. Finora non si è letto nessun ritratto struggente dell’eroe per caso, come pure è accaduto altre volte, magari anche a favore di alcune vittime di attentati terroristici. Perché? Perché Falconer, semplicemente, non si presta alla narrazione di quelli secondo cui il terrorismo è colpa delle armi (caro Francesco) o dello scarso gun control (caro Obama). Falconer oggi lavora come addestratore per i molti cittadini americani che, in ottemperanza al Secondo emendamento della Costituzione, possiedono un’arma da fuoco. Sul sito della sua società, ci sono foto di Falconer – bianco e grassoccio – che sorride con fucili e cartucce a tracolla. Non sarà chic per alcuni, ma funziona.

Per inviare la propria opinione al Foglio, telefonare 06/589090, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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