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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
16.09.2016 A chi minaccia con le armi bisogna rispondere: come intuire quando si tratta di giocattoli?
Il commento di Giampiero Gramaglia disinforma

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 16 settembre 2016
Pagina: 19
Autore: Giampiero Gramaglia
Titolo: «Arma-giocattolo: ucciso a 13 anni»

Riprendiamo dal FATTO QUOTIDIANO di oggi, 16/09/2016, a pag. 19, con il titolo "Arma-giocattolo: ucciso a 13 anni", il commento di Giampiero Gramaglia.

Come poteva immaginare l'agente che quella puntata contro di lui era una pistola giocattolo? Impossibile farlo nello spazio di pochi secondi - quei pochi secondi che possono costare la vita o la morte di chi viene minacciato.

In Israele quando un attentatore palestinese cerca di colpire con una qualsiasi arma viene bloccato al più presto dalle forze dell'ordine o anche da semplici civili: se non c'è alternativa, visto il pericolo, viene ucciso, ma di solito è soltanto ferito o disarmato. Anche altrove dovrebbe valere lo stesso principio: chi minaccia con un'arma va fermato, in qualunque modo: una pistola non è mai un giocattolo. Nè il 13dicenne afroamericano doveva essere lì a minacciare con un'arma che soltanto lui poteva sapere essere un giocattolo.

Ecco l'articolo:

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Giampiero Gramaglia

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Il ragazzo ucciso

Nella campagna elettorale Usa irrompe di nuovo la violenza della polizia contro i neri e torna l'ombra delle tensioni razziali: in una stradina di servizio, a est del centro di Columbus, capitale dell'Ohio, agenti inseguono e uccidono un ragazzino nero di 13 anni, armato di pistola ad aria compressa che "sembrava identica" all'arma in uso alle forze dell'ordine. Il poliziotto bianco, con un'anzianità di servizio di 9 anni, che ha premuto più volte il grilletto è stato sospeso.

La vittima si chiamava Tyree King. L'episodio è sotto inchiesta. E accaduto mercoledì, al calar della notte. La polizia è stata chiamata per una rapina a mano armata a una banca. Agli agenti, uno degli impiegati ha detto di essere stato avvicinato da un gruppo di persone che volevano del denaro: avevano una pistola. Poco dopo, riferisce il rapporto della polizia, vengono intercettati tre individui sospetti, corrispondenti alla descrizione: quando gli agenti hanno cercato di fermarli e di parlare loro, due dei tre sono scappati. È iniziato così un breve inseguimento: uno dei fuggitivi, correndo, ha estratto la sua pistola ad aria compressa; la polizia ha fatto fuoco, uccidendo un ragazzino. L'episodio è l'ennesimo di una striscia di neri inermi uccisi da poliziotti, perlopiù bianchi, lunga anni, ma fattasi più fitta negli ultimi mesi: un episodio a Baton Rouge, in Louisiana, ai primi di luglio, ha aperto una serie inquietante e ha innescato criminali ritorsioni con stragi di agenti opera di cecchini neri.

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LE CRONACHE DA COLUMBUS, se avranno strascichi di proteste e violenze, possono spostare il focus della campagna, centrato da quasi una settimana sulle condizioni di salute di Hillary Clinton, affetta da polmonite e vittima di un malore domenica a Ground Zero, durante la cerimonia in memoria dell'11 settembre. L'Ohio, dove i neri non sono particolarmente numerosi, è uno degli Stati chiave delle elezioni Usa e, con la Florida, è spesso decisivo. Secondo un sondaggio Cnn/Orc, qui il candidato repubblicano Donald Trump è avanti di 5 punti (e in Florida di 3). Per correre ai ripari, Hillary manda lì due pezzi da novanta, Bernie Sanders ed Elizabeth Warren. Secondo un rilevamento NYT/Cbs, c'è un testa a testa a livello nazionale: l'ex first lady guida 46 a 44% (46 a 41% tra i probabili elettori), mentre ad agosto era avanti 8 punti. In una corsa a quattro, Hillary e Trump sono pari al 42%, con il libertario Gary Johnson all'8% e la verde Jill Stein al 4%. Secondo un poll del Los Angeles Times, infine, Trump è avanti 47 a 41%: il massimo vantaggio mai attribuitogli dopo le convention.

Il magnate, che ieri ha sparato l'ennesima bomba', promettendo 25 milioni di posti di lavoro, non ha l'appoggio di neri e ispanici. Nel Michigan, a Flint, la città della strage nel liceo di Columbine e di Michael Moore, una donna pastore nera l'ha bloccato mentre concionava contro Obama e Hillary nella sua chiesa metodista: "Ci parli dei nostri problemi", cioè l'emergenza dell'acqua al piombo, "non dei fatti suoi".

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