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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
18.08.2016 Dedicato a chi soffre di auto-odio
Le molte vite di Geogre Soros

Testata: Il Foglio
Data: 18 agosto 2016
Pagina: 3
Autore: Editoriale
Titolo: «L'Agenda di George Soros su Israele»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 18/08/2016, a pag.3, l'editoriale con il titolo "L'Agenda di George Soros su Israele" .

Che nella biografia di George Soros ci siano imprese degne di essere ricordate è indubbio. Ma il suo odio per Israele ha, come capita con altri odiatori ebrei, una sola spiegazione, quella psicoanalitica. Soros deve avere impiegato molti anni a cancellare la sua identità ebraica, alla fine ciò che rimaneva era una presenza disturbante, che rinnova quotidianamente ciò che è: ebreo. Se non fosse un grosso speculatore, ci farebbe forse pena, ma non è il suo caso.

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George Soros

Hacker russi hanno violato la Open Society del miliardario George Soros, svelandone molte attività. A partire dal 2001, Soros ha investito dieci milioni di dollari in organizzazioni impegnate nella delegittimazione di Israele. Il “miliardario messianico” si conferma patrono mondiale dell’attivismo liberal. Sua la donazione di cento milioni di dollari a Human Rights Watch. “The Man Who Broke the Bank of England” ha avuto molti meriti in questo suo attivismo, come aiutare i democratici dell’est europeo, da Solidarnosc in Polonia a Charta 77 in Cecoslovacchia e, più recentemente, i dissidenti in Iran. Negli anni Ottanta, le fondazioni Soros erano impegnate a minare in modo sottile il monopolio di accesso all’informazione dei regimi socialisti. Soros dotò ogni biblioteca ungherese di fotocopiatrici, a condizione che non ne venisse controllato l’uso. Ha finanziato tante borse di studio a Oxford e Cambridge, aprendo le menti di tanti ragazzi sotto il comunismo. Quando l’Urss di Gorbaciov sembrava arrivata alla fine, Soros fornì a Boris Eltsin gli strumenti necessari per stampare i volantini. Quando Sarajevo era sotto assedio delle truppe serbe, Soros fornì acqua e gasolio alla popolazione civile. Morton Abramowitz, suo amico e storico collaboratore, ha giustamente detto che “Soros è l’unico privato cittadino con una propria politica estera”. E questa passa anche dalla delegittimazione dello stato di Israele, che per Soros è un incidente della storia. Questa è una campagna molto meno nobile, perché Israele rappresenta proprio quel tipo di “società aperta” che potrebbe scardinare il cuore di tenebra del medio oriente.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/ 5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


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