Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Esulta popolo islamico! Il 31 luglio 2016 si è consumata la più grande operazione di TAQIYYA (INGANNO) dai tempi del profeta Maometto: con la superficiale e colpevole complicità di Bergoglio e dei suoi pastori, grazie alla beata ignoranza dei "fedeli cattolici", l'islam ha occupato le chiese partecipando addirittura alla messa domenicale, l'atto più significativo del cattolicesimo e più odiato e schernito dall'islam. Il 31 luglio 2016 è concretamente iniziata la distruzione della "millenaria civiltà cristiana" dell'Europa.
Di buone intenzioni è lastricato l'inferno, dice il proverbio anche a chi non crede nell'esistenza del Maligno. Finora le buone intenzioni si sono schiantate contro il muro rappresentato dall'islam, la cui politica non è quella del rispetto verso l'altro ma la sua conversione.
Finché questa regola, che vale per 1,5 miliardi di musulmani nel mondo, non sarà ufficialmente smentita dai fatti - perché non esiste un'autorità sovranazionale unica per l'islam - l'Occidente ha il dovere morale, storico e politico di pretendere che questi fatti si verifichino.
Se quello che viene chiamato estremismo islamico viene combattuto soltanto dalle forze occidentali, mentre più di 30 Stati arabi e musulmani presenti all'Onu non muovono un dito, avere forti dubbi sulla validità di quanto abbiamo visto ieri avvenire nelle chiese ci sembra doveroso. Non è con le parole che si combatte il terrorismo islamico.