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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
01.07.2016 Omofobia islamica
Un gay pride tra i musulmani per rompere la dittatura del politicamente corretto

Testata: Il Foglio
Data: 01 luglio 2016
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Omofobia islamica»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 01/07/2016, a pag. 3, l'editoriale "Omofobia islamica".

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Omosessuali nel mondo islamico

Il modo in cui la strage di Orlando è stata raccontata e interpretata ha dimostrato il cortocircuito occidentale fra omofobia e islam. L’omofobia, peccato capitale della società politicamente corretta, è un’esclusiva bianca e cristiana, e secondo questa visione non si può disprezzare gli omosessuali in nome di ragioni islamiche. Non c’è rivendicazione o giuramento di fedeltà allo Stato islamico che possa far passare una strage da arma da fuoco in un gay club come un episodio di terrorismo da radicalizzazione, e per certificare la rimozione del movente anche Wikipedia ha fatto sparire il più grave massacro sul suolo americano dopo l’11 settembre dalla lista degli attentati del terrorismo islamico.

Per spezzare l’incantesimo a volte non basta la forza della ragione, serve la provocazione, e così l’intellettuale-provocatore Milo Yiannopoulos, con i suoi capelli ossigenati sta organizzando una gay parade nel quartiere musulmano di Stoccolma, nel cuore della Svezia multiculti dove di recente alcuni sedicenti liberi pensatori hanno suggerito di cancellare parate arcobaleno per non urtare la sensibilità della comunità islamica. Milo, gay dichiarato e conservatore orgoglioso che chiama Donald Trump affettuosamente “daddy”, negli ultimi mesi ha portato in giro per i campus universitari americani il suo “Dangerous Faggot Tour”, il tour del “frocio pericoloso”, per smontare le contraddizioni dei liberal sui limiti della libertà di espressione, ma ora ha messo nel mirino le discriminazioni agli omosessuali dettate dalla religione islamica.

Trump, in questo senso, è per Yiannopoulos il più grande alleato della comunità lgbt, perché la proteggerà dalla minaccia più grave. “E’ di nuovo pericoloso essere gay. Perché? Islam. Non è diventato fisicamente pericoloso essere gay in America per via degli evangelici, dei mormoni, degli zoroastriani. Non è per proteggere i manifestanti dai buddisti che mandano la polizia a sorvegliare le marce del gay pride”, ha detto, annunciando un’imminente manifestazione in Svezia, dove lo scorso anno anche il governo, di convincimenti progressisti e mente aperta, ha giudicato “gratuitamente provocatorio” un gay pride che passava di fronte a una moschea.

Per inviare la propria opinione al Foglio, telefonare 06/589090, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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