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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa Rassegna Stampa
28.05.2016 La mala giustizia italiana libera i terroristi islamici
Uno scandalo che interessa poco o nulla i nostri media

Testata: La Stampa
Data: 28 maggio 2016
Pagina: 14
Autore: Redazionale
Titolo: «Appello in ritardo: liberi gli algerini condannati»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/05/2016, a pag.14, con il titolo "Appello in ritardo: liberi gli algerini condannati" un redazionale che meriterebbe la prima pagina. Gliela diamo noi.

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Ecco in poche righe come funziona la giustizia italiana, mentre da un lato si elogiano i nostri servizi di intelligence, dall'altro ecco i risultati. In attesa che finalmente il governo metta mano alle riforme, ci permettiamo di segnalare quella della giustizia, indegna di un paese civile.

Un gruppo di algerini accusati di favoreggiamento e coinvolti a Napoli in un’inchiesta su un giro di documenti falsi destinati a personaggi legati al terrorismo ha lasciato l’Italia nelle more del processo d’Appello che dal 2012 non è ancora iniziato dopo essere stati condannati in primo grado. Secondo quanto riferito, il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Colangelo ha inviato una informativa alla Procura generale guidata da Luigi Riello. L’inchiesta della procura di Napoli su 19 algerini era iniziata 2004 per un giro di documenti falsi destinati a sostenere personaggi legati alle sigle del terrorismo islamico di matrice salafita. Dopo due anni si arrivò alla fine delle indagini, ma ce ne vollero altri due per iniziare il primo grado che ne durò altri due. Infine le condanne arrivarono nel 2011. Il 25 giugno 2012 furono depositate le motivazioni e il 31 luglio 2012 partì il ricorso con cui si impugnava il verdetto. Da allora nessuna udienza è mai stata fissata e così i 19 algerini, accusati di favoreggiamento nei confronti di personaggi legati all’integralismo islamico, hanno potuto lasciare l’Italia.

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