Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Cupola di Fuoco, il centro di comando più segreto di Israele Commento di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 04 maggio 2016 Pagina: 12 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Monitor, sensori e droni nella centrale hi-tech di Israele»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/05/2016, a pag. 12, con il titolo "Monitor, sensori e droni nella centrale hi-tech di Israele", il commento di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Soldati israeliani sulle alture del Golan
Si chiama Cupola di Fuoco il centro di comando più segreto di Israele, dove convergono milioni di informazioni, immagini, riprese in tempo reale da migliaia di sensori, telecamere e droni in volo sui confini più caldi. In particolare quelli con il Libano e la Siria. È da queste stanze iperconnesse che gli ufficiali danno l’ordine di colpire il nemico. E ora si trovano di fronte, sulle alture del Golan, la più pericolosa organizzazione terroristica, l’Isis. Dopo centinaia di intrusioni sventate, la Cupola di Fuoco ha subito un aggiornamento tecnologico che ora permette al comandante di turno di osservare anche la distruzione effettiva di dozzine di bersagli alla volta. E di poter reagire «nel giro di secondi». Il sistema di controllo computerizzato, con centinaia di monitor controllati 24 ore su 24, serve soprattutto a evitare infiltrazioni di terroristi. «La sfida non è solo identificare e neutralizzare singole cellule - ha spiegato di recente a “Ynet” il colonnello della Divisione Golan Guy Markizno -. Ma è anche quella di colpire un gran numero di obiettivi contemporaneamente».
Il nuovo sistema computerizzato ha un’interfaccia semplice da usare che mostra le immagini su grandi schermi ad alta risoluzione, simile a quello di Facebook. Ma è solo la parte visibile. La parte tenuta segreta non ha un nome. Consiste in algoritmi in grado di calcolare in pochi secondi, e senza apporto umano, quali missili, proiettili o bombe sono i più adatti per a distruggere i bersagli. Il reparto «bersagli» della Divisione Golan, una delle forze d’élite dell’esercito israeliano, è stato costituito due anni fa. «La situazione nel Golan è molto più complessa che a Gaza o in Libano, dove è chiaro chi è il nemico - continua il colonnello Markizno -. Nel Golan ci sono molti “centri di potere”. Un giorno si combattono, il giorno dopo si alleano. Bisogna analizzare le sfumature: per esempio la Brigata Martiri di Yarmouk, affiliata all’Isis, combatte per il territorio mentre Jabat al-Nusra (Al-Qaeda) combatte per l’ideologia».
In questo caos, l’esercito israeliano si sta preparando a un attacco su larga scala. Due settimane fa la Divisione Golan si è esercitata sul terreno, con incursioni simulate in Siria, proprio a respingere questo tipo di minaccia che un computer, per quanto super, non potrebbe sconfiggere senza l’apporto umano.
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