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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Libero Rassegna Stampa
22.04.2016 Poche storie, il Golan è Israele
Commento di Daniel Mosseri

Testata: Libero
Data: 22 aprile 2016
Pagina: 15
Autore: Daniel Mosseri
Titolo: «Israele ora guarda alla Russia, addio Obama»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/04/2016, a pag. 15, con il titolo "Israele ora guarda alla Russia, addio Obama", il commento di Daniel Mosseri.

Il titolo - della redazione del giornale - non rende giustizia alla realtà: Israele dialoga con chiunque sia disposto a farlo, ma è ben lontana da una alleanza con la Russia, un Paese che fornisce di armi e risorse il regime iraniano, che a propria volta si propone la cancellazione dalle mappe dello Stato ebraico. Puntuale come di consueto, invece, la riflessione di Mosseri.

Ecco l'articolo:

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Daniel Mosseri

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Il Golan è Israele

Israele non recederà mai dalle alture del Golan. Questo il messaggio che il premier israeliano Benjamin Netanyahu in visita a Mosca ha consegnato al presidente russo Vladimir Putin. Le alture strappate alla Siria con la guerra dei Sei Giorni (1967) rivestono per Israele un'importanza strategica. A differenza del Sinai riconsegnato all'Egitto o della Cisgiordania oggetto di un negoziato coi palestinesi, Israele non ha intenzione di restituire alla Siria gli altopiani a metà strada fra Gerusalemme e Damasco.

Mentre Netanyahu visitava Putin, alcune centinaia di chilometri più a sud, l'Arabia Saudita e le altre monarchie del Golfo ricevevano il redivivo Barack Obama. In Arabia Saudita il presidente americano è inviso per aver sdoganato l'Iran e il suo programma nucleare. Obama si è impegnato in una due giorni per riallacciare con gli emiri del petrolio ma c'è da credere che i sauditi e i loro alleati resteranno delusi dal tono ambiguo del capo della Casa Bianca: «Nonostante l'accordo per il nucleare», ha affermato Obama davanti al Consiglio di Cooperazione del Golfo «noi tutti abbiamo serie preoccupazioni per il comportamento dell'Iran e per le sue attività destabilizzanti. Allo stesso tempo», ha aggiunto, «nessuno di noi guadagnerebbe da un conflitto con l'Iran».

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