Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA di oggi, 01/04/2016, a pag. 91, con il titolo "Un'ebrea di fine 600 riscritta a casa Freud", la recensione di Lara Crinò.
La copertina (Giuntina ed.)
Com'era la vita di una donna nordeuropea agli albori della modernità, tra la fine del '600 e l'inizio del '700? E l'esistenza di un'ebrea, madre di 14 figli e vedova, che invece di sprofondare nella povertà o affidare i suoi talleri a un parente maschio scegliesse d'essere lei stessa mercante, viaggiando per l'Europa e combinando per la discendenza buoni matrimoni da Berlino a Vienna?
Per immaginarlo basti questo libretto che torna a trent'anni dalla prima edizione. Si intitola Memorie di Glückel Hameln (Giuntina) e ha una storia curiosa: redatto in yiddish in sette capitoli tra il 1690 e il 1719, passato di mano in mano per generazioni, fu tradotto in tedesco da una discendente di Glückel, Bertha Pappenheim, e pubblicato a Vienna nel 1910. Lei, Bertha, non è altri che la celebre Anna O., paziente di Josef Breuer e Sigmund Freud le cui crisi isteriche divennero materia di studio e letteratura. Bertha, femminista, si appassionò talmente alle storie dell'antenata da farsi ritrarre in costume, con tanto di cuffia e gorgiera.
Un ritratto di Glückel Hameln
Ma cosa racconta nelle sue memorie la saggia Glückel? Sposata a 14 anni all'amato marito Chaim, mercante in Amburgo, nonostante la prole lo aiuta in ogni impresa: recuperare pietre preziose ad Amsterdam, portare merce alle fiere, concludere accordi. Da sola, baderà agli affari di famiglia fino a tarda età. Perché se guerre e pestilenze offuscano l'orizzonte, gli ebrei devono lottare anche contro espulsioni e violenze. Tuttavia l'autrice non si lamenta: anche nel dolore bisogna trovare una misura. E lasciare che le cose belle ci illuminino: il bagliore di una perla, la tenerezza di un bimbo, un cesto di nespole. Con un'avvertenza: «Vedete, miei cari figli, che i desideri delle donne non sono sempre delle sciocchezze. E talvolta bisogna tenerne conto».
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