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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
03.03.2016 Lo scrittore algerino accusato di 'islamofobia'
Lo difendono Manuel Valls e Fawzia Zouari

Testata: Il Foglio
Data: 03 marzo 2016
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Fatwa laicista contro lo scrittore algerino»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 03/03/2016, a pag. 3, l'editoriale "Fatwa laicista contro lo scrittore algerino".

Anche Manuel Valls ha preso le difese dello scrittore algerino Kamel Daoud, accusato in modo ridicolo di "islamofobia". Valls si conferma così tra i pochi politici europei con il polso della situazione e capaci di non cedere di fronte al politically correct e al terzomondismo dilagante in Eurabia.

Ecco l'articolo:

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Kamel Daoud

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Manuel Valls

Continua in Francia la battaglia attorno allo scrittore franco-algerino Kamel Daoud, vincitore del premio Goncourt per l’opera prima con “Il caso Meursault” (Bompiani), ma colpevole di aver commentato così sul Monde i fatti di Colonia: “Quello che era stato lo spettacolo sconcertante di terre lontane si trasforma in uno scontro culturale sul suolo stesso dell’occidente. Il grande pubblico occidentale scopre, nella paura e nell’agitazione, che nel mondo musulmano il sesso è malato e che questa malattia sta arrivando sulle proprie terre”. Petizioni e appelli con accuse di “culturalismo” e “islamofobia” hanno poi spinto Daoud a dire addio alla sua attività sui giornali.

Tocca a una scrittrice franco-tunisina, Fawzia Zouari, difenderlo dalle colonne di Libération. Zouari sostiene che gli intellettuali che hanno attaccato Daoud sono come “i barbuti” islamisti. Così, secondo lei, si riduce al silenzio “una delle voci di cui il mondo islamico ha più bisogno”. La violenza ideologica contro Daoud secondo lei nasce dal fatto che “c’è una élite di sinistra che intende fissare i criteri della buona analisi e che vuol fare di noi gli ostaggi di un contesto francese traumatizzato dalla paura di essere accusati di islamofobia”. E questi censori “si comportano da neocolonialisti, non accettando che un arabo possa contestare la tradizione musulmana”. Evidentemente ci voleva una scrittrice arabo-islamica per difendere un altro romanziere arabo-islamico dall’assalto goscista e moralista di intellettuali europei che smaniano per apparire più islamofili di tanti musulmani.

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