venerdi 02 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






 
Giorgia Greco
Libri & Recensioni
<< torna all'indice della rubrica
Bernardo Kucinski - K o la figlia desaparecida - 19/02/2016

K o la figlia desaparecida
Bernardo Kucinski
Traduzione di Vincenzo Barca
Giuntina euro 15

Immagine correlata

Bernardo Kucinski, nato a San Paolo nel 1937 e discendente da una famiglia di ebrei polacchi, esordisce con la casa editrice Giuntina regalandoci un vero gioiello letterario, “K o la figlia desaparecida”. Ambientato durante la dittatura militare in Brasile in una San Paolo lugubre e ostile, il libro di Kucinski si muove fra i ricordi della Shoah e la drammatica realtà dei desaparecidos brasiliani, in una tensione continua fra testimonianza e finzione letteraria.

“Caro lettore, tutto in questo libro è invenzione, ma quasi tutto è successo”. Con queste parole enigmatiche l’autore fa trapelare la componente autobiografica del romanzo (la sorella Ana Rosa è stata sequestrata e uccisa con il marito dai militari nel 1974) e attraverso il racconto del protagonista K. (il rimando a Kafka è immediato), la cui figlia è sparita misteriosamente, ci porta a conoscere un mondo dalle trame oscure dove il dolore, il senso di colpa, la paura si mescolano in una narrazione a più voci. Nella sua drammatica ricerca della figlia, K., stimato poeta polacco e cultore della lingua yiddish, sfuggito ai nazisti e con un passato di militanza politica nella Polonia pre-Shoah, entra in contatto non solo con altri familiari che come lui hanno perso un figlio, un marito, o una moglie ma con ricattatori, informatori, carcerieri, i carnefici di un mondo sordido e ignobile da cui emergono personaggi come Fleury, capo degli squadroni della morte e feroce torturatore.

Entrano in scena anche l’ amante di un aguzzino e una donna delle pulizie che racconta a una psicologa le allucinazioni che la perseguitano dopo aver visto gli orrori della Casa della Morte e, in uno fra i capitoli più intensi “La riunione del consiglio di Istituto” presso la Facoltà di Chimica dell’Università di San Paolo, i colleghi pavidi votano il licenziamento della figlia di K. “per abbandono delle sue funzioni”. K. si affida ad avvocati, rabbini, all’arcivescovo di San Paolo ma non trova traccia di come e dove la giovane docente sia scomparsa. E’ una tragedia che dissolve i legami familiari e getta K. in un incubo infinito.

La duplice memoria dell’Olocausto e della dittatura militare rivive con una lingua asciutta ed essenziale nelle pagine di Kucinski, mettendo in luce i fantasmi del passato che perseguitano in modo lacerante non solo i sopravvissuti ai campi di sterminio ma anche i familiari dei desaparecidos che dovranno convivere con “la colpa di essere sopravvissuti” e non aver capito da uno sguardo o un gesto dei loro cari la vita segreta che conducevano e di cui sono rimasti all’oscuro. Resta drammatica la domanda “Come avremmo potuto evitare quella tragedia”? Nella storia di K. rivive la storia della dittatura brasiliana e di tutte le dittature con le connivenze, le atrocità, le torture che caratterizzano quell’universo ignobile. E quando quel regime di terrore finisce non c’è distinzione fra perseguitati e persecutori, quasi un oblio collettivo, la volontà di non indagare e di voltarsi dall’altra parte, rinunciare alla verità e alla ricerca della giustizia per andare avanti. Perché accanto ai nomi dei desaparecidos cui vengono intitolate strade in periferia ci sono quelli dei generali assassini nelle piazze e nelle vie più famose della città di San Paolo. Un libro imperdibile quello di Bernardo Kucinski che trasmette una testimonianza e una denuncia drammatiche, in un’opera letteraria che lascia il segno di una memoria da conservare.

Immagine correlata
Giorgia Greco


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT