Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Amos Oz, erede di Anton Checov? Recensione di Wlodek Goldkorn
Testata: L'Espresso Data: 05 febbraio 2016 Pagina: 97 Autore: Wlodek Goldkorn Titolo: «Checov nel kibbutz»
Riprendiamo dall' ESPRESSO di oggi, 05/02/2016, a pag. 97, con il titolo "Checov nel kibbutz", la recensione di Wlodek Goldkorn.
Wlodek Goldkorn
Amos Oz
Amos Oz aveva quindici anni quando abbandonò la casa paterna e l'ambiente degli intellettuali di destra di Gerusalemme per andare a vivere in un kibbutz e far parte di una collettività socialista. Voltando le spalle al passato cambiò il cognome dal diasporico Klausner in Oz. In ebraico Oz significa "forza". Ora, Feltrinelli esce, nella precisa e avvincente traduzione di Elena Loewenthal, con il romanzo d'esordio del grande scrittore, "Altrove, forse" (pp. 346, 17), pubblicato in originale nel 1966, e ambientato, appunto in un kibbutz.
La copertina
Per chi ami l'autore di capolavori come "Michael mio", "Giuda","Una storia di amore e di tcnchra","Altrove, forse" è una lettura indispensabile. Il libro ha un imprinting che ritroviamo in tutti i successivi testi di Oz, ma con meno inibizioni e maggiore ingenuità. Anzitutto c'è lo sguardo, ottocentesco, da scrittore russo; l'autore è il deus ex machina della trama, e il ruolo lo diverte. La trama riguarda la vita del kibbutz, compresa la missione storica, anzi metastorica (costruire un ebreo nuovo, comunista, soldato e agricoltore), e la presenza minacciosa del nemico, oltre il confine siriano; assomiglia alla vita di un villaggio qualunque: amori, pettegolezzi, vecchiaia, morte, invidia, sogni. E molta infelicità.
Oz, in tutti i suoi libri, ha cercato di dimostrare di essere il più autentico erede di Cechov, un autore che non ha mai scritto un romanzo: i veri drammi sono dati dalle piccole emozioni, non dalla grande Storia. In "Altrove, forse" Oz è più cechoviano che mai.
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