Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
'L'Osservatore Romano' scivola anche sul cinema: 'Il figlio di Saul poco coraggioso' Ma il film lo avranno visto davvero?
Testata: La Repubblica Data: 21 gennaio 2016 Pagina: 47 Autore: la redazione Titolo: «'L'Osservatore Romano': poco coraggio nel 'Figlio di Saul'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 21/01/2016, a pag. 47, una breve che cita il quotidiano vaticano, dal titolo " 'L'Osservatore Romano': poco coraggio nel 'Figlio di Saul' ".
Anche quando si tratta di recensire un film, L'Osservatore Romano non la racconta giusta. "Il figlio di Saul", oltre a essere un film stra premiato, in concorso agli Oscar americani, è uno dei più riusciti degli ultimi anni sulla Shoah. Come nessun altro film, riesce a raccontare non solo l'esperienza del lager in generale, ma quella delle camere a gas e dei prigionieri costretti a lavorarvi, prima di essere a propria volta uccisi. Accusare di "poco coraggio" un film del genere è ignobile. Rimandiamo alla recensione di Natalia Aspesi, che rende giustizia a una pellicola da vedere a applaudire senza indugi.
Ecco la breve:
La locandina
L'Osservatore Romano accoglie tiepidamente "Il figlio di Saul", candidato all'Oscar. Parla di «Poco coraggio» e si dice perplesso sul regista «che si concentra su volto e nuca del personaggio, mentre l'orrore dei lager resta sullo sfondo». Per il giornale della Santa Sede il film perde l'occasione di essere davvero un'opera sulla Shoah.
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