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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
05.01.2016 Guerre di religione: sunniti contro sciiti, ma la vera guerra è quella dell'islam contro l'Occidente
L'editoriale del Foglio racconta una parte della storia

Testata: Il Foglio
Data: 05 gennaio 2016
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Sorpresa, è una guerra di religione!»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/01/2016, l'editoriale "Sorpresa, è una guerra di religione!".

La guerra tra sciiti e sunniti è una guerra di religione per la supremazia interna all'islam, ma a fianco di questo conflitto ce n'è un altro: quello tra l'islam e tutti i modelli da esso differenti, a partire da quello occidentale.

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Ecco l'articolo:


Sunniti (verde chiaro) e sciiti (verde scuro)

La guerra interna all’islam è scoppiata di nuovo, violentissima, sciiti e sunniti un contro l’altro armati, come lo sono da quattordici secoli, oggi in modo ancora più brutale, perché il fronte della battaglia è larghissimo – Siria, Iraq, Libano, Yemen – e gli smottamenti diplomatici internazionali hanno imposto una resa dei conti più urgente. I giornali e le televisioni si stanno riempiendo di infografiche sulle differenze tra sciiti e sunniti, come se il conflitto fosse recente, come se si stesse parlando di due tribù con ambizioni diverse, come se il problema fosse territoriale o ideologico e non semplicemente e tragicamente religioso. Noi veniamo ammazzati perché infedeli invasori, ma la stessa sorte tocca agli sciiti in terra sunnita e viceversa, perché quella che è in corso è sì una lotta contro di noi e il nostro modello, ma è soprattutto un jihad interno al mondo islamico, una guerra santa di supremazia tra una interpretazione dell’islam e l’altra.

Sorpresa! E’ una guerra di religione! Chissà se almeno questa volta i pronti commentatori dei fatti del mondo riusciranno a evitare il piagnisteo “è colpa nostra”, con le infinite varianti che abbiamo conosciuto in questi anni: la colpa è del guerrafondaio Bush e dei suoi consiglieri da forza del male, la colpa è del guerrafondaio Blair, cagnolino di Bush, la colpa è dell’industria del petrolio, la colpa è dell’industria delle armi, la colpa è di chi aizza il confronto parlando di scontro di civiltà – la colpa è dell’occidente. La guerra religiosa infraislamica è secolare e oggi a rappresentarla sono la Repubblica islamica d’Iran e l’Arabia Saudita, due regimi totalitari e teocratici, che hanno rifiutato – usando la forza contro i loro stessi popoli – aperture, cambiamenti e riforme.

L’ondivaga diplomazia americana di questi ultimi anni obamiani ci pone e ci porrà di fronte a una scelta, con chi stiamo, perché ci stiamo, che mondo vogliamo, che valori difendiamo, ma al di là di quali sono e saranno le prese di posizione, oggi è bene ricordare che non è con il bilancino dei diritti umani o delle esecuzioni che si trova l’alleato migliore (l’Iran è considerato a tutt’oggi il più grande stato sponsor del terrorismo, ha ammazzato impiccandole 753 persone nei primi sei mesi del 2015, ci sono proiezioni agghiaccianti sul numero finale). Le tifoserie stanno prendendo posto – e in questo momento a perdere è soprattutto l’Arabia Saudita, all’improvviso rappresentata come l’artefice di tutti i mali, soprattutto da chi vuole sdoganare l’alleanza con l’Iran e anche quella con la Russia di Putin – ma al netto dei piagnistei, delle accuse, e del pragmatismo, è chiaro che i regimi totalitari generano instabilità, se sono teocratici generano guerre religiose, e solo la democrazia è, sarà, la risposta.

Per inviare la propria opinione al Foglio, telefonare 06/589090, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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