sabato 03 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






 
Ugo Volli
Cartoline
<< torna all'indice della rubrica
Con amici così... 15/12/2015
Con amici così...
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: la bandiera di Israele, ammainata per volontà degli ospiti palestinesi della conferenza organizzata a New York da New Israel Fund e Haaretz

Cari amici,

come sapete bene, questi sono tempi difficili per Israele. E' circondato da “entità non statali” pericolose e molto bene armate su quattro lati (Hezbollah al confine libanese e siriano e sullo stesso confine, poco più indietro, le forze dell'Isis; Hamas a Gaza, forze fedeli all'Isis in Sinai). Parte di queste forze (Hamas e Hezbollah) sono appoggiate dall'Iran, votato alla distruzione di Israele, che anche a questo fine continua a lavorare alla bomba atomica, ormai sdoganato dall'accordo voluto da Obama; e l'Iran stesso è appoggiato dalla Russia, che con Israele ha un rapporto ambiguo, ma comunque determina un pericolo oggettivo con la sua presenza in Siria in appoggio a forze violentemente ostili a Israele come l'esercito di Assad e soprattutto Hezbollah. All'interno si svolge una campagna terroristica “popolare”, cioè a bassa intensità, favorita se non organizzata dall'Autorità Palestinese, con attacchi quotidiani, indiscriminati, vigliacchi. Proprio ieri c'è stato un attentato a Gerusalemme (un investimento volontario alla fermata dell'autobus) che ha colpito una decina di persone, lasciando in fin di vita un neonato di un anno e mezzo.

Tempi duri, anche se non incontrollabili. Comunque, guerra. Se c'è un posto dove davvero si fa la guerra al terrorismo è Israele oggi. E quindi uno si aspetterebbe di trovarsi di fronte all'unità nazionale, a una coscienza del pericolo che portasse solidarietà. E invece... nei giorni scorsi si è svolta una conferenza politica, una specie di congresso aperto con invitati eccellenti, che è una forma di azione politica molto diffusa in Israele. La organizzava il quotidiano Haaretz, il preferito dall'intellettualità progressista di Tel Aviv, insieme a un'entità chiamata New Israel Fund. La manifestazione si è fatta a New York, il teatro politico forse più importante oggi per Israele, dato che dalla politica - diciamo così - estremamente ambigua dell'amministrazione americana, dipende buona parte della sua condizione strategica.

Immagine correlata

Bene, sapete chi c'era fra gli ospiti? In primo luogo è venuto Saeb Erekat, il segretario generale dell'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina, cioè la casa madre dell'Autorità Palestinese), successore più o meno naturale di Abu Mazen, che ha chiesto e ottenuto per parlare che fosse ammainata dalla sala la bandiera israeliana (http://lphinfo.com/2015/12/13/conference-de-haaretz-le-drapeau-israelien-retire-a-la-demande-darekat/). Poi è intervenuto Roger Waters, ex batterista dei Pink Floyd, che attualmente si occupa soprattutto di promuovere il movimento di Boicottaggio Disinvestimento, Sanzioni (BDS), che in sostanza si propone la distruzione economica e culturale di Israele (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/roger-waters-aggressive-bds-advocate-at-haaretz-ny-conference/2015/12/14/). Naturalmente non poteva mancare Jeremy Ben-Am, direttore e fondatore di J Street, l'organizzazione che cerca di rompere l'appoggio degli ebrei americani a Israele, su cui Obama si è appoggiato per giustificare l'accordo con l'Iran, insieme ad altri personaggi del suo stampo del mondo ebraico americano (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/dozens-of-idf-officers-protest-rivlins-presence-at-haaretz-nif-meeting/2015/12/13/0/?print). Infine erano presenti anche rappresentanti di “Breaking the silence”, il gruppo che negli ultimi anni si è dedicato specialmente a diffamare l'esercito israeliano, ispirando molte delle menzogne del rapporto Goldstone su Gaza (http://www.timesofisrael.com/yaalon-bans-breaking-the-silence-ngo-from-engaging-soldiers/).

Immagine correlata

Una platea che ben giustifica l'appellativo che è stato usato spesso per Haaretz, anche da me, come “giornale arabo in lingua ebraica", e anche gli appelli a non contribuire al New Israel Fund, che è finanziato prevalentemente da Soros e di questi organizzatori è un contributore decisivo. Il problema è che alla riunione c'era un altro ospite imprevedibile, il presidente di Israele Reuven Rivlin, che ha sì una storia di difensore dello stato, ma da quando si è insediato nella residenza del presidente della repubblica dev'essere stato contagiato da qualche esempio lasciato da Peres, diciamo il virus della pacifistite: nel senso di mostrare un attivismo politico che l'organizzazione dello Stato di Israele non prevede per il presidente, e di farlo su posizioni di estrema sinistra. Rivlin ha sì difeso Tzahal, l'esercito israeliano (http://www.timesofisrael.com/in-controversial-appearance-at-haaretz-conference-rivlin-defends-the-idf/) e non si è incontrato con gli ospiti più estremisti; ma la sua presenza li ha in qualche modo legittimati, suscitando proteste da parte di politici (http://www.israelnationalnews.com/News/Flash.aspx/345452) e anche di un gruppo di ufficiali dell'esercito, che hanno fatto una manifestazione davanti alla presidenza dello stato (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/dozens-of-idf-officers-protest-rivlins-presence-at-haaretz-nif-meeting/2015/12/13/), un evento del tutto eccezionale.

Conclusione: con amici come Haaretz e il New Israel Fund, chi ha bisogno di nemici?

Immagine correlata
Ugo Volli


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT