Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il posto dei cristiani nella Siria del futuro 26/11/2015
Gentilissima Redazione, leggo ora la Vostra risposta alla mia lettera pubblicata ieri con il titolo “Cristiani in Siria”. Vi prego di perdonarmi se Vi rubo altro tempo, ma un punto non mi è affatto chiaro e mi sembra cruciale. Se la Siria fosse suddivisa in uno Stato alawita, uno sunnita, uno sciita ed uno curdo, in quale di questi dovrebbero andare i siriani cristiani? e con quali garanzie giuridiche (effettive, non sulla carta soltanto) di una loro condizione non diciamo ideale, ma almeno non peggiore di quella in cui vivevano fino a cinque anni fa? Voi scrivete che la parcellizzazione della Siria non peggiorerebbe l’attuale condizione dei cristiani, che, dallo scoppio della guerra civile, è divenuta davvero atroce (anche nei campi profughi, che, secondo quanto ho letto di recente, cercano di evitare per non essere sottoposti a violenze e soprusi dai profughi musulmani). Ma, se l’assetto futuro della Siria fosse disegnato senza prevedere anche il posto per i cristiani, così da rendere definitivamente apolidi quelli fuggiti all’estero e da costringere all’esilio, prima o poi, quelli finora rimasti in Siria, significherebbe rendere definitivo ed irreparabile il danno e sancire la cancellazione di un popolo. Per questo ritengo che una parcellizzazione della Siria possa essere considerata ‘un’opportunità’ solo a condizione che sia attuata prevedendo ‘una casa’ per tutti i siriani, inclusi i cristiani, i drusi ed ogni altra minoranza. Altrimenti significherebbe solo avallare la divisione delle spoglie fra i gruppi più numerosi e/o più violenti. Sarei molto interessata ad una Vostra risposta, anche in occasione di uno dei Vostri quotidiani commenti alle notizie sulla Siria. Molto cordialmente,
Annalisa Ferramosca
Senza dubbio, nel caso della creazione di nuovi stati nella regione di Siria e Iraq, occorre pensare anche alla sorte dei cristiani. Il problema che impedisce la nascita di un quindo stato, per le varie minoranze non musulmane, è che queste minoranze non sono concentrate in pochi luoghi. La maggior parte delle minoranze cristiane ancora esistenti in Siria vive vicino alla costa mediterranea, dunque nella zona che ipoteticamente potrebbe restare sotto il controllo di Assad. E' doveroso pretendere non solo da Assad, ma anche dalle altre parti, il rispetto delle minoranze. Ma temiamo che questa sia poco meno che fantapolitica.