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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Cristiani in siria 25/11/2015

Gentilissima Redazione,
vedo che IC considera “un’opportunità” la “divisione della Siria su base etnica” e lo fa con riferimento ad un progetto che ignora totalmente i cristiani, ritenendo che “per i cristiani non cambierebbe nulla” e, sostanzialmente, dando per inevitabile la loro persecuzione e scomparsa. Mi chiedo come possiate considerare “un’opportunità” un tale esito. Tanto più che, in Siria, le comunità cristiane non erano fiorenti solo in “un tempo” lontano: fino allo scoppio della rivolta contro Assad, i cristiani erano, complessivamente, circa il 12% dei 23 milioni di siriani (dati del sito dell’Enciclopedia Treccani), dunque più di due milioni di persone. Molti sono tuttora sparsi per la Siria ed i Paesi limitrofi, altri vorrebbero tornarvi: non dovremmo sostenere (e, come nazioni civili dell’Occidente, esigere e, se necessario, imporre) una soluzione che garantisca anche i loro diritti? E perché uno Stato alawita e non (anche) uno cristiano, se proprio si dovesse giungere alla divisione della Siria (cosa su cui spero possano decidere i siriani e non i loro non sempre benevoli vicini)?

Annalisa Ferramosca

Come ben sa se segue regolarmente IC, ci siamo sempre schierati con le comunità cristiane perseguitate in Medio Oriente (ovunque, tranne in Israele) e nel mondo islamico in generale. Non cambia nulla per i cristiani - lo ribadiamo - tra la situazione attuale, insostenibile, e una situazione di parcellizzazione etnica della Siria. Come lei stessa scrive, fino a pochi anni fa i cristiani in Siria erano ancora il 12 % della popolazione ("un  tempo", ovvero alcuni decenni fa, erano molti di più; ugualmente in Libano e in altri Stati circostanti). Va da sé che il problema fondamentale è fermare una persecuzione inaccettabile, e invece accettata spesso e volentieri non solo dai nostri governi, ma anche da numerose Chiese, quella cattolica in testa.

IC redazione


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