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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa Rassegna Stampa
28.10.2015 Gas naturale: verso un'intesa tra Eni, Egitto e Israele
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 28 ottobre 2015
Pagina: 19
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Descalzi in Israele per il super-hub del gas»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/10/2015, a pag. 19, con il titolo "Descalzi in Israele per il super-hub del gas", il commento di Maurizio Molinari.

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Maurizio Molinari

Il ceo di Eni, Claudio Descalzi, è in arrivo a Gerusalemme per discutere con il premier Benjamin Netanyahu l’esportazione del gas naturale israeliano in Europa passando attraverso l’Egitto di Abdel Fattah Al-Sisi. «La visita di Eni testimonia l’interesse delle compagnie internazionali per le nostre risorse» afferma il ministro dell’Energia israeliano, Yuval Steinitz, secondo il quale «è possibile una stretta cooperazione fra Israele, Egitto, Cipro, Giordania e forse, in futuro, Grecia e Turchia».

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Claudio Descalzi

Il progetto a cui Descalzi sta lavorando è quello che lui stesso ha descritto a «Politico»: «Possiamo creare un hub nel Mediterraneo Orientale capace di ricevere gas naturale da varie nazioni del Medio Oriente e portarlo in Europa del Sud, in Italia e Spagna». È un orizzonte reso possibile dalla recente scoperta da parte di Eni dal mega-giacimento egiziano Zohr - stimato in 850 miliardi di metri cubi - che però nei prossimi dieci anni verrà sfruttato soprattutto per il fabbisogno del mercato interno del Cairo. Da qui il tassello israeliano del progetto ovvero la possibilità di esportare dallo Stato ebraico in Egitto il gas naturale prodotto nei giacimenti di Leviathan e Tamar grazie a un gasdotto sottomarino capace di raggiungere gli stabilimenti di liquefazione a Damietta, in Egitto, della spagnola Union Fenosa - controllata da Eni - per esportare da qui, via mare, verso l’Italia e dunque l’Europa continentale.

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È un progetto che nasce sulla base dell’intesa fra Netanyahu e il presidente del Consiglio Matteo Renzi - cementata durante l’incontro a Firenze - di cooperare nello sviluppo dell’energia e ha bisogno, per realizzarsi, dell’autorizzazione governativa israeliana a esportare il gas prodotto a Leviathan e Tamar dal consorzio guidato dai texani di Noble Energy e dagli israeliani di Delek. Di questo si parlerà nel colloquio fra Descalzi e Netanyahu in un’atmosfera segnata da «interessi coincidenti - osserva una fonte diplomatica - perché Eni vuole esportare in Europa il gas dei giacimenti israeliani e ciprioti mentre Israele ha due rotte facili per l’esportazione, l’Egitto e la Turchia, ma con Ankara i rapporti restano delicati mentre con il Cairo sono solidi».

Una fonte israeliana aggiunge a I24News: «Per Gerusalemme sarebbe un sogno disporre di un gasdotto capace di esportare verso l’Europa e avrebbe geograficamente senso farlo attraverso l’Italia» in ragione delle difficoltà tecniche inerenti alla realizzazione di un percorso alternativo sottomarino attraverso i fondali di Cipro e Grecia. Restano tuttavia da sciogliere i nodi dei regolamenti del mercato del gas israeliano. La situazione al momento è in fase di stallo in attesa delle imminenti dimissioni del ministro dell’Economia Arye Deri destinate a mettere nelle mani del premier l’autorità per varare le normative mancanti.

Una volta superato tale scoglio, toccherà al team del premier intervenire per favorire un’intesa fra il consorzio texano-israeliano ed Eni, facendo valere il ruolo del governo nell’assegnazione delle licenze di esportazione. Non si tratta di passaggi facili e Netanyahu li illustrerà a Descalzi. Ma il ministro Steinitz è ottimista, scommettendo sull’«impatto del mercato globale dell’energia» per superare i rimanenti ostacoli.
In parallelo al progetto di Eni sull’hub del Mediterraneo Orientale si muove un’altra azienda italiana, Edison, interessata allo sviluppo dei giacimenti israeliani minori - Karish e Tanin - puntando a guadagnare quote importanti del mercato interno.

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