Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Bambini e adolescenti, fate l’amore e non giocate coi coltelli Commento di Federico Steinhaus
Testata: Informazione Corretta Data: 12 ottobre 2015 Pagina: 1 Autore: Federico Steinhaus Titolo: «Bambini e adolescenti, fate l’amore e non giocate coi coltelli»
Bambini e adolescenti, fate l’amore e non giocate coi coltelli Commento di Federico Steinhaus
Un popolare programma della televisione di Hamas: "Ad Allah piacendo, quando sarete grandi..." "... potremo sparare agli ebrei"
Hamas e Hezbollah conducono contro Israele due forme di guerra molto diverse fra loro – Hezbollah una guerra discontinua, Hamas una guerra quotidiana e di bassa intensità – ma entrambe sono guerre per così dire istituzionalizzate e politicizzate, nel senso che sono originate da entità politicamente e militarmente strutturate, che si propongono scopi strategici. L’attuale ondata terroristica (che il governo israeliano nega sia una "terza intifada") è invece demandata alle iniziative di singoli individui, che compiono piccole aggressioni in genere casuali contro altri individui; e si tratta quasi sempre di adolescenti, che usano armi occasionali come un coltello, dei sassi, un’automobile.
Questa è la caratteristica principale, costante, che la differenzia dalle due intifade precedenti, che erano state gestite da un potere politico e dotate da fini strategici. Oggi la motivazione religiosa sempre esibita è solo un pretesto, non una motivazione profonda, e del resto la pretesa volontà israeliana di impadronirsi della moschea di Al Aqsa è con evidenza una minaccia irrealistica, inesistente, usata come paravento. Il 9 e il 13 settembre le forze di sicurezza israeliane avevano scoperto e resi inoffensivi i preparativi di atti di violenza contro i fedeli in preghiera al Muro Occidentale per le festività ebraiche di Capodanno, che avevano come centro operativo proprio la moschea di Al Aqsa. Da allora, la violenza palestinese è divenuta sempre più imprevedibile, capillare, autogestita.
I perpetratori, definiti terroristi da Israele, sono quasi sempre adolescenti, con qualche ventenne e molti minorenni o addirittura poco più che bambini. Tutto ciò è però anche il risultato, secondo me inevitabile, di una ben orchestrata campagna d’odio che l’Autorità Palestinese ha condotto per vent’anni, educando i suoi bambini fin dalla prima infanzia ad odiare Israele e gli ebrei. Abusando dei ricchissimi finanziamenti provenienti dal mondo occidentale e dai Paesi islamici (la tabella delle donazioni all’UNRWA è stata pubblicata il 7 settembre) e delle strutture educative gestite dall’ONU, l’Autorità Palestinese ha inondato i programmi televisivi e radiofonici, i giornali, i libri scolastici, le celebrazioni e le gare sportive, di una ininterrotta e plateale glorificazione dei terroristi più feroci del passato e di quelli contemporanei, dei terroristi imprigionati e processati in Israele, del terrorismo in quanto tale. Canzoncine e poesiole per bambini recitate da altri bambini o da personaggi dei fumetti, competizioni sportive scolastiche, conferimento di onorificenze sono stati i veicoli prediletti per ricordare che tutte le città d’Israele sono in realtà palestinesi e dovranno tornare ad essere tali, che gli ebrei sono stati combattuti da Maometto ed indicati all’odio dal Corano, che la lotta armata contro Israele è un dovere sacro. Dieci anni fa i terroristi venivano dai cosiddetti territori e da Gaza e colpivano i luoghi in cui vi erano molte persone; oggi sono giovani che vivono in Israele e colpiscono a caso individui isolati o automobili non protette. Sono diversi gli strumenti, sono diversi gli autori, sono diverse le circostanze, sono meno clamorosi i risultati di questa violenza; ma i mandanti sono i medesimi.