Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Caccia all'ebreo ! Andrea's Version, di Andrea Marcenaro
Testata: Il Foglio Data: 06 ottobre 2015 Pagina: 1 Autore: Andrea Marcenaro Titolo: «Andrea's Version»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 06/10/2015, a pag.1, uno strepitoso Andrea's Version:
Cerchino adesso di non farla troppo palloccolosa, però. Sarà anche vero che a Gerusalemme e dintorni è in corso la caccia all’ebreo scatenata da Abu Mazen, con Hamas e soci. La Terza intifada, sostengono alcuni, anzi no, il prolungamento della Seconda, insistono altri. Dirimente questione. Ma trattasi comunque, e dopo tutto, di un po’ di bimbi ebrei scannati a caso tra gli applausi di Al Fatah, più un sette o otto genitori, massimo nove, accoltellati o uccisi a pietrate nell’ultima settimana. Oltre a qualche altro linciaggio studiato. Mica di sei milioni, però: talché non dovrebbero attaccarsi anche ‘stavolta a quella cacchio di Shoah la quale, a ben vedere, poi, vabbé. Ma vogliamo abbondare? E abbondiamo. Sarà anche vero che l’Europa sta seguendo il fenomeno con un tasso di pregiudizio antisemita (vedi la BBC, vedi Le Monde, vedi i professoroni di Cambridge, vedi la mejo gioventù del boicottaggio, vedi i governi praticamente in blocco e, non vorrei esagerare, vedi madama Mogherini) connotato da una violenza incomparabilmente superiore a quella classica. Cerchino di non farla troppo palloccolosa, però. Solo due cose ci limitiamo a far notare, non nominando l’Iran. La prima: alle 17 e 22 di ieri, vale a dire nel momento in cui stavamo scrivendo, erano già 19 ore e 15 minuti che da Gaza non partiva un missile. Uno di uno. Si chiama tempo libero: durante il quale gli ebreazzi di Sderot, per dire, o se no di Ashdod, potevano trastullarsi come cazzo pareva loro. La seconda è che abbiamo molto a cuore il futuro del pianeta, qui. L’inquinamento. Il clima. L’approfondimento appassiona: e per essere ottobre, con le emissioni fa un caldo della madonna.
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