Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Insulto alla Shoah: esposto al museo di Cracovia il video che ridicolizza gli ebrei nelle camere a gas Cronaca di Andrea Tarquini
Testata: La Repubblica Data: 08 luglio 2015 Pagina: 48 Autore: Andrea Tarquini Titolo: «Installazione sulle camera a gas esposta in Polonia: è polemica»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 08/07/2015, con il titolo "Installazione sulle camera a gas esposta in Polonia: è polemica", la cronaca di Andrea Tarquini.
Andrea Tarquini
Un fotogramma del video
Il video mostra uomini nudi in un locale vuoto e cupo, come le cosiddette “docce” dei campi della morte nazisti in cui sei milioni di ebrei furono assassinati col gas Zyklon B. E che cosa fanno gli attori, che impersonano appunto, si presume, vittime della Shoah? Giocano ridendo ad acchiapparella. Non è un macabro scherzo, la “video installation” Game of tag esiste davvero, da anni. Ha girato diverse mostre, dalla Biennale di Venezia nel 2006 a quella di Berlino anni dopo. E adesso è al museo d’arte contemporanea di Cracovia. Le organizzazioni ebraiche protestano: è un insulto gravissimo alla memoria dell’Olocausto. Ma al momento non si hanno notizie di ritirare la cosiddetta “opera d’arte” dall’esposizione. L’autore della video installazione è l’artista polacco Artur Zmijewski. Che appunto con la stessa opera aveva rappresentato il suo paese alla Biennale di Venezia.
«Esporre una cosa simile in un museo d’arte è qualcosa di talmente offensivo e disgustoso che abbiamo ritenuto indispensabile protestare», afferma il cacciatore di criminali nazisti Efraim Zuroff, direttore a Gerusalemme del Centro Simon Wiesenthal. L’unica reazione del museo è stata di porre l’opera in una zona isolata, con cartelli che avvertono sul contenuto. «Ma non è abbastanza», replicano Zuroff e altri esponenti delle comunità ebraiche; «è semplicemente incomprensibile che quel video sia mostrato in pubblico proprio nel territorio polacco, dove durante l’occupazione nazista il Terzo Reich assassinò milioni di ebrei e di altri civili ». Tra l’altro il video è anche in parte profanazione d’un luogo: uno dei due locali in cui Zmijewski l’ha girato è proprio un’ex camera a gas nazista, ed egli stesso aveva sottolineato che sui muri si vedono ancora tracce delle macchie bluastre e gialle lasciate dal gas.
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