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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa Rassegna Stampa
04.07.2015 Diluvio di fuoco su Aleppo: è guerra casa per casa
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 04 luglio 2015
Pagina: 14
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Gli islamisti all'attacco di Aleppo; Assad bombarda i quartieri ribelli»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/07/2015, a pag. 14, con il titolo "Gli islamisti all'attacco di Aleppo; Assad bombarda i quartieri ribelli", la cronaca di Maurizio Molinari.

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Maurizio Molinari

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Aleppo, oggi

I ribelli islamici lanciano l’operazione «Conquista di Aleppo» con una massiccia offensiva militare a cui il regime di Bashar Assad risponde con i raid aerei e la Turchia, temendo un torrente di profughi, rafforza i contingenti di truppe ai confini.

La più popolosa città siriana è divisa in due, dal 2013, fra ribelli e regime ed ora il tentativo di «Ansar al-Sharia» è di espugnare il quartiere di Jamiat al-Zahra, roccaforte dei militari, per prevalere con le armi.

L’obiettivo comune
«Ansar al-Sharia» è una coalizione di 13 gruppi islamici che include Al-Nusra, espressione di Al Qaeda, il «Fronte di Damasco» e altre milizie locali, incluse alcune unità sostenute dagli occidentali. L’accordo è stato trovato giovedì attorno all’obiettivo comune di «far applicare la legge islamica ad Aleppo» e la notte stessa un diluvio di centinaia di razzi e colpi di mortaio si è abbattuto su almeno sette aree urbane in mano al regime di Assad, a cominciare da Jamiat al-Zahra. «Abbiamo inflitto dure perdite al nemico» assicura Rayid Yasir Abdurrahman, uno dei comandanti che guida l’operazione «Fatah Aleppo» (Conquista di Aleppo), secondo cui le truppe di Assad avrebbero perso «numerosi carri armati e mezzi blindati».

Cessato il diluvio di fuoco, i ribelli ieri mattina hanno iniziato ad avanzare in territorio avversario ed è stato allora che Assad ha fatto entrare in azione l’aviazione. I jet di fabbricazione russa hanno bersagliato i quartieri ribelli con missili, bombe e barili di esplosivo ad alto potenziale. Fonti militari siriane parlano di «oltre cento terroristi uccisi» grazie a un «diluvio di fuoco» che ha contribuito a far resistere Jamiat al-Zahra all’assalto terrestre. L’Osservatorio sui diritti umani in Siria, di base a Londra, parla di «massicci bombardamenti da parte di entrambi» con «limitati progressi dei ribelli» e «danni ingenti alla popolazione civile». A temere una nuova crisi umanitaria è la Turchia, che ha rafforzato con uomini e mezzi lo schieramento attorno al posto di confine di Karkamis per prevenire una possibile ondata di profughi dalla città di Aleppo.

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