Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Gentilissima Redazione, vorrei capire perché ‘Avvenire’ o Bernardelli si sarebbero macchiati di ‘odio antico’ contro Israele dando notizia del fatto che docenti e genitori delle scuole cristiane in Israele hanno protestato dinanzi al Ministero dell’Istruzione contro i tagli ai finanziamenti a tali scuole. Tenendo conto del fatto che la legislazione israeliana prevede, a quanto ho letto in tutti gli articoli, anche in inglese, che ho potuto leggere sull’argomento (se avete informazioni diverse, Ve ne sarò grata), un ‘bonus scuola’ per tutti gli allievi e studenti, per consentire ai genitori la libera scelta del sistema educativo per i propri figli, Vi stupisce che gli iscritti a scuole cristiane non gradiscano di ricevere meno degli iscritti alle scuole religiose ebraiche, soprattutto se il quasi dimezzamento del finanziamento mette a rischio la sopravvivenza delle loro scuole? A parte le considerazioni sul principio di uguaglianza (che non è cancellato dal fatto che Israele è lo Stato Ebraico), per una piccola minoranza, la scuola è cruciale nel mantenimento dell’identità religiosa e culturale: nella fattispecie, quella cristiana. Non vi sembra che basti a spiegare l’interesse di ‘Avvenire’ e dei suoi lettori per la vicenda (come per tutte le vicende concernenti l’educazione e la scuola, che su ‘Avvenire’ hanno sempre avuto largo spazio)?
Molto cordialmente, Annalisa Ferramosca
P.S.: Grazie per la pubblicazione dell’altro articolo di ‘Avvenire’ sul dialogo ebraico-cristiano. Forse per Voi è ‘mondanità’ (non mi sembra il termine più adatto per quel concerto), ma per persone come me è prezioso e sono felice di apprendere dell’iniziativa di studio congiunto della Bibbia a Gerusalemme.
Gentile lettrice, il nostro parere è sostenuto dal fatto che riteniamo che Avvenire parlasse a nuora affinchè suocera intendesse, che può tradursi con 'Israele deve finanziare le scuole cristiane' mentre si fa sempre più strada in Israele che lo Stato deve finanziare la scuola pubblica e non quella privata. Come dovrebbe essere anche in Italia, la fede religiosa è qualcosa di privato, famigliare, se vuole, non è lo Stato a doversene occupare. Bernardelli- forse lei non lo segue con l'attenzione dovuta-scrive articoli SEMPRE pieni di astio verso Israele, cosa ben diversa dalla critica. Ne converrà che il tono è sostanza. Sull'incontro a New York, abbiamo semplicemente riaffermato che il raoorto fra cristianesimo ed ebraismo si rafforza se il rapporto con Israele - cioè con lo Stato degli ebrei- è corretto da parte della Santa Sede. Purtroppo così non è. Continueremo a sollecitarlo, finche il Vaticano non riconoscerà -non soltanto a parole- l'odio antico verso gli ebrei che l'ha sempre contraddistinto. Gli ebrei defunti -morti ammazzati- ne studi cause e motivazioni, quindi le responsabilità proprie. Soltanto dopo ne ascolteremo il ricordo, anche musicale, con animo differente. Se lei, da cattolica, ci dà una mano, renderà un servizio prezioso a questo cambiamento.