mercoledi` 07 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa č la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non č mai stata terra araba e non sarŕ mai loro.



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.05.2015 Sonderkommando ad Auschwitz: 'Il figlio di Saul', vincitore del Gran Premio della giuria a Cannes
László Nemes intervistato da Valerio Cappelli

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 maggio 2015
Pagina: 38
Autore: Valerio Cappelli
Titolo: «'Devo il Gran Prix ai miei familiari uccisi nel Lager'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/05/2015, a pag. 38, con il titolo "Devo il Gran Prix ai miei familiari uccisi nel Lager", l'intervista di  László Nemes a cura di Valerio Cappelli.

Risultati immagini per laszlo nemes
László Nemes

«Avevo motivi personali per fare questo film», dice László Nemes. Ha girato la sua opera prima, Il figlio di Saul , sul tema dei temi, l’Olocausto, ambientandolo dove fu uccisa parte della sua famiglia: Auschwitz. Ha caricato il peso della storia su un attore non professionista, uno scrittore che in Ungheria ha pubblicato raccolte di poesia, Géza Röhrig. Questo outsider ha vinto il Gran Premio della giuria a Cannes (il film uscirŕ il Giorno della Memoria). Con un nome cosě, László Nemes potrebbe benissimo essere uno dei piccoli grandi eroi de I ragazzi della via Pal; potrebbe essere scambiato per Nemecsek, nella guerra tra bande dei ragazzini ungheresi di fine 800.

Risultati immagini per laszlo nemes cannes
Una scena del film

Anche lui, come Nemecsek, č biondo, magro, anche lui un soldato semplice promosso capitano: erano quattro anni che Cannes non ospitava un debuttante in gara. Č un biondino di 38 anni che ne dimostra molti di meno. Vive in Francia, i suoi modelli sono Antonioni e Kubrick. Č come se avesse portato un fiore su una tomba inesistente, quella dei suoi avi sgominati ad Auschwitz… «La macchina da presa segue ossessivamente, con i primi piani o di spalle, il mio protagonista. Ho cercato un singolo punto di vista, ho drasticamente ristretto l’orizzonte, non volevo la totalitŕ anche se la scena corale in cui i condannati si avviano nudi verso la morte č stata definita una bolgia dantesca. Volevo solo la prospettiva umana».


"Schindler's List'", diretto da Steven Spielberg

Uomo senza destino che fa parte dei Sonderkommando , l’unitŕ incaricata dai nazisti di prendere i cadaveri dopo che entravano nei forni crematori, e doveva spalarne le ceneri. «Godevano di momentanei piccoli privilegi, in pochi mesi venivano eliminati a loro volta». I nazisti chiamavano «pezzi» i cadaveri dei campi di concentramento. Corpi ammassati, bisognava ripulire le camere a gas in fretta. Solo che un giorno crede di aver visto il corpo del figlio, di cui non si era mai occupato, e vuole seppellirlo, dargli dignitŕ, trascurando il tentativo di fuga degli altri prigionieri, vittime come lui. Mi sono ispirato a raccolte di testimonianze sui Sonderkommando che erano state nascoste nel 1944. Poi ho fatto molte ricerche. Ho cercato di allontanarmi da uno dei tanti film sulla sopravvivenza, che č un’enorme bugěa, č l’eccezione (anche se Schindler’s list č un grande film). E non volevo mostrare troppo, o fare spettacolo, ho lavorato costantemente contro il concetto di bellezza. Spero che questo film sia utile per provocare una discussione in Ungheria attorno alle zone oscure del passato. I traumi dell’Olocausto sono ancora qui, accanto a noi».

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT