Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Paris, Texas: i terroristi islamici attaccano una mostra di vignette su Maometto, sfiorata una nuova Charlie Hebdo Cronaca di Paolo Mastrolilli
Testata: La Stampa Data: 05 maggio 2015 Pagina: 13 Autore: Paolo Mastrolilli Titolo: «Texas, assalto alla mostra di vignette su Maometto»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/05/2015, a pag. 13, con il titolo "Texas, assalto alla mostra di vignette su Maometto", la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
Maometto: "Non puoi disegnarmi!" "E' per questo che lo faccio"
C’è l’ombra dell’Isis dietro all’attacco di domenica sera a Garland, in Texas. Elton Simpson, uno dei due terroristi uccisi mentre cercavano di attaccare un centro culturale dove si teneva un concorso di vignette su Maometto, aveva proclamato poco prima la sua obbedienza al capo dello Stato Islamico, al Baghdadi. L’obiettivo era ripetere la strage di Charlie Hebdo a Parigi, ma il coraggio e la prontezza di un agente della sicurezza lo hanno impedito.
L’agguato L’attacco è scattato verso le 7 di domenica sera. Due uomini hanno parcheggiato l’auto davanti al Curtis Culwell Center di Garland, un quartiere alla periferia di Dallas, dove si svolgeva «The Inaugural Mohammad Art Exhibit & Contest», un concorso organizzato dall’American Freedom Defense Initiative che offriva 10.000 dollari a chi avrebbe disegnato la vignetta più bella su Maometto. L’organizzatrice, Pamela Geller, è una nota attivista anti islamica, e l’ospite d’onore era il politico olandese Geert Wilders. I due uomini sono scesi dall’auto, ma di fronte a loro hanno trovato la macchina di due agenti della sicurezza, poliziotti assunti dagli organizzatori per proteggere l’evento. Hanno cominciato a sparare e ne hanno ferito uno alla caviglia, ma l’altro ha estratto la pistola e li ha uccisi entrambi. La sua prontezza e abilità hanno evitato una strage. Gli organizzatori avevano speso 10.000 dollari per la sicurezza, assumendo anche uno «Swat team» e una squadra specializzata in esplosivi, che sono intervenuti subito per garantire che non ci fossero altri pericoli.
Gli investigatori hanno identificato il leader del commando, Elton Simpson, un trentenne nero convertito all’islam, che si faceva chiamare Ibrahim e viveva a Phoenix con il suo complice, Nadir Soofi. Simpson era già noto all’Fbi. Nel 2011 era stato condannato per aver mentito agli agenti, che lo avevano indagato perché aveva manifestato l’intenzione di andare in Somalia per unirsi al gruppo terroristico di al Shabaab. Era sotto sorveglianza ma non pedinato, perché in America ci sono casi simili in tutti i 50 stati, e non abbastanza risorse per tenerli tutti sotto controllo.
La rivendicazione Poco prima dell’assalto, alle 18,35, Simpson aveva pubblicato questo tweet: «Io e il mio fratello abbiamo giurato obbedienza a Amirul Mu’minin (cioé al-Baghdadi). Che Allah ci accetti come mujaheddin». L’hashtag già recitava #texasattack. Elton aveva anche invitato i suoi utenti a seguire su Twitter l’account di Junaid Hussain, un jihadista britannico noto per l’appartenenza all’Isis. Dopo l’attentato, infatti, Junaid ha scritto: «Due nostri fratelli hanno appena aperto il fuoco all’esibizione su Maometto in Texas. Pensavano di essere al sicuro, in Texas, dai soldati dello Stato islamico». Quando poi si è saputo che i due assalitori erano morti, Junaid ha aggiunto: «I fratelli in Texas forse non avevano esperienza nell’uso delle armi, ma sono stati veloci a difendere l’onore del Profeta Maometto».
Gli investigatori pensano che l’attacco non sia stato ordinato direttamente dall’Isis, ma ispirato e poi rivendicato come proprio. Ora stanno cercando di scoprire se i due assalitori avevano complici, o contatti con altri estremisti, che potrebbero preparare nuovi attentati negli Stati Uniti.
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