Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Cari amici, io credo che non far vedere l'orrore sia giusto. Credo che mostrare nei dettagli l'assassinio di un uomo rischi non solo di ledere la sua dignità , ma anche di stimolare la pornografia dell'orrore, di chi si eccita col Male estremo. Non c''è bisogno di vedere il filmato dello stupro per maledire chi lo compie. Ricordo che l'ebraismo proibisce di mostrare il volto del defunto, che va coperto subito dopo il decesso, per spingere a ricordarlo com'era in vita. Raccontare tutto, sì. Che si sappia la mostruosità di ciò che i terroristi islamici fanno, e che tutti abbiano la consapevolezza che può toccare a ognuno di noi. Io mi sento molto più coinvolto dalla lettura di ciò che avviene che dalle immagini, e penso che vedere il filmato del pilota giordano arso vivo mi angoscerebbe oltre ogni limite, senza aggiungere nulla alla mia consapevolezza del dovere di combattere le belve. Forse il mio sbaglio è attribuire anche agli altri la mia capacità di condividere l'orrore per il male attraverso la sola lettura? Può darsi. Ma vorrei ricordare il pilota giordano com'era da vivo, pregare per lui e maledire i carnefici senza vedere ciò che mi basta immaginare per essere sconvolto. Chiamare il Male col nome e cognome di Terrorismo Islamico, alla faccia del politicamente corretto. Ma senza cedere a ciò che chiamo la pornografia dell'orrore.
Enrico Richetti, Vicenza
In teoria dovrebbe essere come lei scrive, ma nella realtà il potere delle immagini supera quello della lettura. E' come per i titoli sui giornali, contano più del contenuto degli articoli. Tutti li leggono, mentre l'articolo viene letto solo da chi è interessato al contenuto. Per questo si dovrebbe sempre scrivere 'Stato Islamico' e non Isis, una parola neutra che può persino ricordare un fiore. E poi 'Terrorismo Islamico' e non solo terrorismo. Dimenticare la sua natura islamica non aiuta a capire.