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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
16.02.2015 IC7 - Il commento di Andrea Jarach
Dall'8 al 14 febbraio 2015

Testata: Informazione Corretta
Data: 16 febbraio 2015
Pagina: 1
Autore: Andrea Jarach
Titolo: «IC7 - Il commento di Andrea Jarach»

IC7 - Il commento di Andrea Jarach
Dall'8 al 14 febbraio 2015

Quando suona la sveglia


L'Europa occidentale darà Israele in pasto... al coccodrillo del terrorismo islamico, nella speranza che... lei sia divorata per ultima!

In soli 128 anni (622-750) l’Islam arrivò dalla Penisola Arabica fino alla sua massima espansione in Medio Oriente e Nord Africa, Penisola Iberica, Provenza, Sicilia, Calabria, Puglia, parte della Campania. E a Est trovò un limite solo con l’Impero Cinese e quello Indiano. Questa travolgente espansione fu supportata dalla dottrina di Maometto che consentiva di non temere la morte ma di esercitare il Jihad offensivo alla ricerca del martirio.

Il Califfato, esplicitazione politica dell’Islam, perdurò con alterne fortune fino al 1924! E oggi l’Islam religioso ha superato, con quasi 2 miliardi di credenti, il cristianesimo come religione più diffusa al mondo. Da questa premessa fattuale e storica parte la mia analisi per Informazione Corretta. Una riflessione su quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi.

Una nuova espansione dell’Islam militante che si propaga come un incendio in un bosco pieno di foglie secche. Molto più velocemente di quanto gli analisti abbiano previsto. E con mezzi ben diversi dai coltelli e i cavalli utilizzati dai jihadisti del settimo secolo. Internet, la propaganda, i veicoli e le armi moderne accelerano tutto. In queste ore assistiamo all’incubo che abbiamo descritto da qualche anno. Il mondo intero, dall’Asia alle Americhe, dall’Africa all’Europa sembra attonito di fronte all’attacco del Califfato. Le cellule terroriste dormienti si risvegliano ovunque spargendo sangue e terrore.

La reazione è simile a quella di una famiglia dove a un membro viene diagnosticata una grave malattia. Si è colti dallo sgomento e dall’incredulità. Fino a quando il parente non manifesta i primi dolori o si deve arrivare a decisioni radicali per interventi chirurgici. Ecco, ci siamo. Per tanti l’Oriana era una pazza esaltata e adesso le truppe del califfato sono qui con i loro pick up armati e con i loro shahid pronti a colpire scuole, piazze, metropolitane. Una prospettiva concreta che solo pochi ancora percepiscono. Ma per chi sperava che gli eserciti non servissero più sta suonando una sveglia nelle orecchie. A breve gli eserciti serviranno eccome.

Prepariamoci. Lo dice anche il ministro degli Esteri Gentiloni, prontamente minacciato di morte dai Jihadisti. La Libia è l’ultimo passo per il califfato per creare una testa di ponte verso l’Europa. E, chiamatela pure islamofobia, ma qui ci sono milioni di simpatizzanti delle bandiere nere dello Stato Islamico. Mentre Israele combatteva contro Hamas c’erano manifestazioni nelle piazze. Ovviamente contro il paese che costituisce l’ultimo baluardo della nostra civiltà e non contro chi teneva i bambini come scudi umani mentre martellava con migliaia di missili Israele.

Oggi i nostri governanti hanno pochi mesi per rinsaldare i rapporti con Israele, che ha appreso in anni di solitudine e isolamento come trattare con l’offensiva islamica. A tutti piace essere buoni e sorridenti. Fino a che non intravvedono il brillio delle scimitarre e lo zampillare del sangue delle teste mozzate. La sveglia sta suonando, aprite gli occhi. E’ il momento della presa di coscienza della necessità di fermare il procedere della malattia.


Andrea Jarach


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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