Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Catturata in Libano una delle mogli del Califfo Cronaca di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera Data: 03 dicembre 2014 Pagina: 19 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «Moglie e figlia del Califfo agli arresti in Libano, il leader Isis è braccato»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/12/2014, a pag. 19, con il titolo "Moglie e figlia del Califfo agli arresti in Libano, il leader Isis è braccato", la cronaca di Lorenzo Cremonesi.
Lorenzo Cremonesi Abu Bakr al Baghdadi
Sarebbe stata catturata in Libano una delle mogli del Califfo dello Stato Islamico assieme a una figlia. La donna pare sia stata fermata e identificata dai militari libanesi una decina di giorni fa nella cittadina frontaliera di Arsal mentre cercava di espatriare dalla Siria. A Beirut si sta esaminando il Dna della bambina (sembra abbia nove anni) per verificarne l’identità. Ma le informazioni diffuse dal quotidiano locale Al-Safir e dai responsabili delle forze di sicurezza libanesi sembrano insistere su di un elemento: l’auto proclamato Califfo Abu Bakr al Bagdadi resta un leader braccato assieme a tutta la sua famiglia e chiunque possa aiutare alla sua cattura o eliminazione. Nato in Iraq nel 1971 e considerato responsabile della morte di decine di migliaia di persone per mano dei jihadisti sunniti in Siria e Iraq, Bagdadi era una figura quasi del tutto sconosciuta sino alla sua prima comparsa pubblica nella moschea principale di Mosul a fine giugno. Ora sono in tanti a dargli la caccia. Adesso sembra che la cattura della moglie, identificata come la trentenne Saja al-Dulaimi (figlia di uno dei più grandi clan sunniti iracheni della regione di Al Anbar) sia stata facilitata dalla cooperazione con almeno un’«intelligence straniera». Pare che Saja fosse già stata fermata dai soldati libanesi alcuni mesi fa e poi liberata con altre 150 donne in uno scambio di prigionieri a marzo, in cui vennero rilasciate almeno tredici suore dal gruppo estremista islamico di Al-Nusra. Ora Beirut vorrebbe scambiarla con una ventina di soldati libanesi catturati durante le ultime settimane. Se però venisse verificata una sua relazione stretta e di fresca data con il leader dei jihadisti (si dice che Bagdadi abbia altre tre mogli e almeno una decina di figli), allora i tempi dello scambio potrebbero allungarsi notevolmente.
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