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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Dario Sanchez
Un giovane, oggi, in Israele
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Israele contro i neonazisti in Ucraina, l'Occidente fa compromessi 27/11/2014
 Israele contro i neonazisti in Ucraina, l'Occidente fa compromessi
Commento di Dario Sanchez


Neonazisti ucraini

Cari amici,

E’ inutile nascondercelo: Israele è sempre più sola tra i suoi alleati “storici", ed è costretta a intessere nuove relazioni e principi di alleanze in uno scenario geopolitico scosso da profondi e rapidi cambiamenti. Lo scorso 21 novembre, un episodio particolarmente significativo è passato praticamente inosservato ai più: nel corso dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, per puro cinismo politico e per la prima volta nella loro storia gli Stati Uniti di Barack Obama - assieme ai delegati di Canada e Ucraina - hanno votato contro una mozione presentata dalla Russia di condanna dei crimini del nazionalsocialismo, che in particolare esprimeva "profonda preoccupazione per la glorificazione in qualsiasi forma del movimento nazista, neo-nazista e degli ex membri dell’organizzazione Waffen SS, anche attraverso la costruzione di monumenti e memoriali e l’organizzazione di manifestazioni pubbliche".

Il documento presentato rilevava anche l'aumento del numero di attacchi razzisti in tutto il mondo. Assieme al voto contrario di questi tre Paesi, si è registrata l’astensione di tutti i Paesi di area UE. A questo punto, è necessaria una premessa: la Russia dello Zar Putin non è diventata tutta a un tratto "buona”; nessuno qui intende sorvolare sull’ampia libertà di movimento e sulla relativa impunità garantita negli ex territori dell’Unione Sovietica a movimenti neonazisti ed etnico-nazionalisti di qualsiasi sorta. E’ evidentissimo per chi sa osservare che la mozione è stata uno stratagemma da parte della Russia per misurare la sua forza nello scacchiere internazionale in vista di una possibile accelerazione e di un suo ancor maggiore coinvolgimento nel conflitto in corso in Ucraina, così come è ormai innegabile come le milizie di volontari del governo golpista di Kiev accorse in appoggio all’esercito regolare ucraino da tutto l’Ovest del Paese e da diversi Paesi europei per combattere i separatisti filo-russi siano per buona parte composte da elementi con un passato e un presente in organizzazioni di estrema destra: organizzazioni di chiara impronta nazifascista che hanno visto in questo conflitto l’occasione per armarsi e per ricevere un addestramento militare di alto livello fino ad oggi a loro precluso. Assieme a questo è altrettanto evidente, visti i risultati di questo voto, che per Stati Uniti, Canada ed Unione Europea queste milizie, sebbene composte da nazisti, sono le “loro” milizie, e dunque si vedono bene dal far approvare una qualsiasi mozione o iniziativa che potrebbe in qualunque modo metterle in difficoltà e condannarle.

Bene, direte voi: e Israele? Secondo le carte ufficiali sulla votazione che riportano lo scrutinio del voto, Gerusalemme ha votato a favore della mozione russa e contro il blocco astensionista “atlantista”. Sembrerebbe un voto scontato - visto il contenuto della mozione - ma non è così, viste le premesse e le conseguenze che la sua approvazione potrebbero avere nella crisi ucraina. Finora l’atteggiamento di Israele nei riguardi di questo conflitto è stato molto cauto, scettico nei confronti degli Stati Uniti e desideroso di non guastare i rapporti di buon vicinato con l’Orso moscovita, e si è tradotto in un’astensione ogni qual volta venivano avanzate proposte di sanzioni contro la Russia e in generale contro ogni qualsivoglia proposta di iniziativa internazionale in Ucraina, con grande fastidio di Barack Obama che premeva per un “si": con questo voto solo apparentemente ideologico Israele - in parte perché così voleva, e in parte per ovvie ragioni storiche - ha fatto una precisa scelta di campo.

Era prevedibile, e ormai decisamente inevitabile, che l’insofferenza israeliana verso un Occidente sempre meno “europeo”, fiaccato dalla politica dell’appeasement nei confronti del terrorismo islamico, e da sei anni di mal governo da parte di un Presidente degli Stati Uniti arrogante, avrebbe portato prima o poi a un eclatante principio di rottura, che per ora si limita ad essere l’ennesimo avvertimento che nessun matrimonio è per sempre e che non c’è partner che non sia rimpiazzabile. Forse, è ormai inevitabile pensarlo, la cinica nonchalance con cui gli Stati Uniti e l’Unione Europea appoggiano con le parole e con i fatti (armi, finanziamenti, istruttori specializzati e consiglieri militari) le squadracce naziste responsabili di ogni crimine e nefandezza ai danni delle popolazioni dell’est ucraino e, contemporamente, su fronti assai più assolati e speziati si calano le braghe davanti ai tagliagole islamofascisti, è stato nella sua esplosiva miscela decisamente troppo per i pacati diplomatici di Gerusalemme.


Dario Sanchez


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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