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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Repubblica Rassegna Stampa
26.11.2014 Omosessuali lapidati in Siria, l'Onu rimane in silenzio
Scontro di civiltà? Nooo...

Testata: La Repubblica
Data: 26 novembre 2014
Pagina: 35
Autore: la redazione
Titolo: «Orrore in Siria, due gay lapidati dall'Is»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 26/11/2014, a pag. 35, la breve "Orrore in Siria, due gay lapidati dall'Is".


La condizione degli omosessuali nel mondo musulmano

Lapidati perché “gay”: i jihadisti del cosiddetto Stato islamico (Is) ieri hanno giustiziato due giovani siriani. È la prima volta che gli aguzzini del “califfato” giustiziano vittime con l’accusa di “omosessualità”. I due ragazzi, 18 e 20 anni, abitavano nell’area di Deir Ez Zor, nel Nord della Siria, caduta sotto il controllo dell’Is. Immagini di “atti indecenti con altri uomini” sarebbero state trovate nei loro telefonini cellulari. La lapidazione è avvenuta in pubblico come molte altre per adulterio nell’autoproclamato “califfato”.

Più a Sud, nella provincia di Homs, la “polizia islamica” dell’Is ha catturato e decapitato un ismailita, definito “eretico” per la sua appartenenza alla minoranza religiosa di cui fanno parte circa 200 mila siriani. “Così finiscono tutti gli apostati”, è scritto sul cartello fissato al corpo dell’uomo. Nel vicino Iraq, dove l’Is avanza nel centro di Ramadi, i jihadisti promettono 5000 dollari a chi catturi “spie cristiane”. Intanto da New York l’Onu calcola che il “business” dei sequestri renda all’Is fra i 35 e i 45 milioni di dollari l’anno. Oltre i riscatti, però, è il petrolio forse la prima fonte di arricchimento dei jihadisti: 1 milione al giorno solo dalla vendita del petrolio trafugato attraverso Turchia e Iraq, secondo il Dipartimento del Tesoro Usa, per un totale di oltre 360 milioni di dollari l’anno.

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