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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.11.2014 Erdogan: 'Parità dei sessi è contro natura', l'Europa e le organizzazioni femministe tacciono
Commento di Pierluigi Battista

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 novembre 2014
Pagina: 28
Autore: Pierluigi Battista
Titolo: «Il leader turco Erdogan e il disprezzo per le donne. Ma nessuno chiederà sanzioni: l'Europa tace e non reagisce»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/11/2014, a pag. 28, con il titolo "Il leader turco Erdogan e il disprezzo per le donne. Ma nessuno chiederà sanzioni: l'Europa tace e non reagisce", il commento di Pierluigi Battista.


Pierluigi Battista                        Recep Tayyip Erdogan

Si dice sempre così, per tenere le donne zitte e subalterne: che sono diverse dall’uomo. Ma perché il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dovuto sottolineare enfaticamente una simile ovvietà? Per dire che nella gerarchia della diversità le donne stanno a un gradino sotto: «non si possono mettere sullo stesso piano una donna che allatta un bambino e un uomo». A un piano di sopra, l’uomo. La donna a quello inferiore. In Europa, felicemente sradicata da se stessa, c’è di tutto ormai. Potrebbe esserci anche una Turchia il cui onnipotente presidente sta sempre più scivolando verso l’integralismo religioso, la resa di ogni parvenza di laicità, l’accomodamento con i guardiani della fede, l’odio per l’«entità sionista», il disprezzo per le donne sancito dai testi sacri.

C’è posto per tutti. Per Erdogan no? Sarebbe meglio di no, sempre che l’Europa sia in grado di dire una qualsiasi cosa, ciò che appare sempre più problematico. Sono passati i tempi in cui la Turchia, avamposto dell’Occidente nel punto geopoliticamente più delicato, di confine tra due mondi sempre più dissimili, chiedeva il biglietto d’ingresso dell’Europa. Quei legami si stanno sciogliendo, solo la minaccia dell’Isis impedisce a Erdogan di proseguire nella deriva islamista in cui voleva trascinare la Turchia con un ruolo di leadership.
Ma per ribadire la sua nuova fedeltà ai princìpi religiosi la strada più semplice per Erdogan è di confinare le donne nei ruoli ancillari in cui tanta parte del fondamentalismo islamista le relega, anche con le percosse, la violenza fisica per chi vuole andare a scuola, lo stupro legalizzato attraverso la consegna delle bambine a mariti-padroni.
Un ammiccamento a buon mercato, tanto nessuno chiederà sanzioni per l’ennesimo schiaffo alle donne. Solo l’Europa, se ci fosse, potrebbe reagire. Se ci fosse. Perciò niente.

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lettere@corriere.it

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