Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Siria: Assad alla resa dei conti ? Forse Cronaca di Luigi Offeddu
Testata: Corriere della Sera Data: 20 ottobre 2014 Pagina: 12 Autore: Luigi Offeddu Titolo: «Siria, pronte nuove sanzioni Ue»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/10/2014, a pag.12, con il titolo "Siria, pronte nuove sanzioni Ue", la cronaca di Luigi Offeddu sulle imminenti decisione UE su Assad di Siria. I verbi sono tutti al condizionale, vedremo che cosa ne uscirà.
Resa dei conti ?
L'Europa non si era dimenticata di lui, Bashar al Assad, leader di una Siria coperta di sangue. Pur ritrovandoselo quasi al fianco nella battaglia contro gli islamisti dell'Isis, e nonostante i problemi paralleli di Ucraina e Iraq, l'Europa non si era dimenticata delle città da lui bombardate, dei gas, e di tutto il resto. E così stamattina, al Lussemburgo, nel vertice dei ministri degli Esteri Ue presieduto per l'ultima volta da Lady Catherine Ashton (poi toccherà a Federica Mogherini), sul tavolo ci sarà proprio il dossier Siria, oltre all'emergenza Ebola, alla Libia, a Gaza. Nuove sanzioni della Ue saranno decretate contro Damasco, oltre a quelle in vigore da un palo d'anni. Sono già definite e concordate a livello tecnico, su proposta iniziale di Francia e Gran Bretagna, e ora dovrebbero diventare decisioni politiche. Colpiranno economicamente (blocchi di conti in banche europee, divieto di investimenti esteri) e anche diplomaticamente (rifiuto dei visti) quei capi militari e politici del governo siriano responsabili dell'uso «indiscriminato» sulla popolazione civile di missili Scud e armi chimiche. Ma anche I loro fornitori internazionali di gas e carburanti vari, soprattutto russi. Ieri, l'agenzia Bloomberg da Londra ha citato «due diplomatici Ue che chiedono di non essere nominati», a proposito delle persistenti divisioni fra gli Stati Ue. Ha aggiunto che l'Italia si oppone a una proposta aggiuntiva di Londra, che vorrebbe mettere l'embargo anche su tutte le esportazioni in Siria di carburante destinato all'aviazione militare. «Non è assolutamente così — precisa un'autorevole fonte della Farnesina — l'Italia voterà la proposta di embargo in ogni sua parte, dunque anche in quella che riguarda le forniture di carburante all'aviazione militare. Assad non è stato e non è un interlocutore credibile, per tante ragioni. E il suo regime non può essere un partner nella lotta contro gli attacchi dell'Isis, per le violazioni del diritto compiute finora». Alla Farnesina, si crede però anche «alla possibilità di una soluzione generale che comprenda le potenze amiche della regione». Il pensiero va all'Arabia Saudita, che ha contato non poco nel mediare fra le parti durante i drammatici primi assalti all'Iraq; e all'Iran sciita, che potenza amica non lo è, ma può avere interessi tattici in comune con la Ue e i Paesi arabi moderati, nel fronteggiare l'offensiva sunnita dell'isis. Le bozze preparate per il vertice di oggi fra i ministri degli Esteri seguono un ordine del giorno che riassume i drammi di questi mesi. E si ribadisce il principio che, comunque evolva la situazione sul terreno, la Ue vuole vedere salvaguardate la sovranità e l'integrità territoriale della Siria (forse un doppio messaggio in codice, rivolto sia alla Turchia sia agli Usa che guidano le incursioni aree in appoggio dei curdi). La riunione del Lussemburgo dovrà però affrontare anche la domanda ricorrente, e più imbarazzante: se è vero che Assad non può essere considerato un interlocutore e men che meno un alleato, è però un ostacolo potente sulla marcia dell'Isis. L'Europa ma anche l'America potrebbero trovarsi di nuovo davanti a un bivio angoscioso: da una parte íl dittatore insanguinato, dall'altra la bandiera nera dell'Isis.
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