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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Sette Rassegna Stampa
17.10.2014 Antisionismo: l'antisemitismo di chi si proclama 'antifascista'
Commento di Angelo Panebianco

Testata: Corriere della Sera Sette
Data: 17 ottobre 2014
Pagina: 24
Autore: Angelo Panebianco
Titolo: «Il nuovo 'tradimento dei chierici'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - SETTE di oggi, 17/10/2014, a pag. 24, con il titolo "Il nuovo 'tradimento dei chierici' ", il commento di Angelo Panebianco.


Angelo Panebianco


Ancora una volta il mondo sceglie di ignorare il male...

Dopo la caduta del fascismo, in età repubblicana, una gran parte degli intellettuali italiani ha fatto continua professione di antifascismo. La "spiaggia" antifascista è sempre stata molto più affollata (per tutto l'anno, e per oltre sessant'anni) delle spiagge romagnole a Ferragosto. C'era però qualcosa che non funzionava in tutto questo antifascismo parolaio. Il sospetto nasceva dal fatto che, secondo tutte le testimonianze, durante il fascismo il grosso degli intellettuali stava in silenzio, appartato, oppure era allineato, succube del regime, entusiasticamente schierato con il duce. Si consideri, ma è solo un esempio, quella magnifica testimonianza che è L'elogio della galera di Ernesto Rossi, le lettere che Rossi inviò alla moglie e alla madre nella sua ventennale reclusione. Si potrà facilmente constatare quanto forte fosse il senso d'isolamento di quei "quattro gatti" che osarono sfidare il fascismo trionfante.

ANTIFASCISTI A BABBO MORTO. Dunque, quattro gatti antifascisti all'epoca del fascismo e, per contro, legioni di antifascisti a babbo morto, a fascismo finito. Non è strano? I sospetti trovano oggi una conferma. Una parte almeno (speriamo che alla fine non risulti troppo grande) dei suddetti intellettuali antifascisti-a-fascismo-finito, si sta preparando per un nuovo "tradimento dei chierici". Guardate quante dichiarazioni sono state fatte e quanti manifesti sono circolati e circolano, in Italia e in Europa, con richieste di boicottaggio di Israele, quante firme, illustri e non illustri, di accademici, artisti eccetera, si sono prestate e si prestano con entusiasmo a fiancheggiare il rinato antisemitismo europeo. Costoro fingono di non sapere che nelle manifestazioni di piazza anti-israeliane tenutesi in Europa in occasione della recente guerra, si gridava "a morte gli ebrei". Fingono di non sapere che la forza propulsiva del nuovo antisemitismo europeo è l'estremismo islamico. E mentre chiedono il boicottaggio della più solida democrazia del Medio Oriente tacciono sugli orrori di cui si macchiano i jihadisti. Niente manifesti contro lo Stato islamico o Al Quaeda, niente mobilitazioni, niente dichiarazioni. Niente di niente. E si capisce. È pericoloso mettersi contro l'estremismo islamico e gli antifascisti-a-fascismo-finito possiedono, in genere, un ben sviluppato senso delle convenienze. Dopo tanta retorica contro il totalitarismo fascista nell'epoca in cui non c'erano serie minacce fasciste, ora che sta dilagando un nuovo, sanguinario totalitarismo, essi fischiettano, guardano da un'altra parte. È difficile dismettere l'idea che se fosse ancora vivo uno di quei quattro gatti, gli antifascisti veri, non guarderebbe questi signori con approvazione.

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sette@corriere.it

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