Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Ungheria, Jobbik: oggi contro gli zingari, domani toccherà agli ebrei? Cronaca di Maria Serena Natale
Testata: Corriere della Sera Data: 13 ottobre 2014 Pagina: 17 Autore: Maria Serena Natale Titolo: «Il fenomeno Jobbik e la sfida di Orbàn: test per l'Ungheria»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/10/2014, a pag. 17, con il titolo "Il fenomeno Jobbik e la sfida di Orbán: test per l'Ungheria", la cronaca di Maria Serena Natale.
Un raduno di Jobbik, il partito di estrema destra ungherese
Victor Orbán
A Miskolc, quarta città d'Ungheria, i risultati delle amministrative di ieri erano attesi soprattutto dalla comunità Rom. Péter Jakab, candidato alla carica di sindaco per il partito di estrema destra Jobbik, aveva promesso di riportare l'ordine e «combattere il crimine zingaro»: dopo le demolizioni di campi già realizzate dal Consiglio uscente dominato dai conservatori di Fidész, si profilano misure ancora più estreme — e una segregazione più dura. Ordine e sicurezza, le parole ripetute nelle trenta città dove alla vigilia del voto Jobbik era primo nei sondaggi. L'onda della destra ungherese non perde slancio. Se Jobbik punta a consolidarsi come seconda forza politica del Paese scommettendo sul radicamento territoriale, il primo ministro Viktor Orbán conta sul terzo trionfo consecutivo del 2014, dopo le politiche di aprile e le europee di maggio. Forte della maggioranza parlamentare dei due terzi, Orbán prosegue nella «rivoluzione illiberale» diventata il centro del suo progetto politico e perseguita attraverso l'accentramento dei poteri, la delegittimazione del dissenso, l'esaltazione dell'orgoglio identitario. Un autoritarismo che Orbán vuole allontanare dall'orbita estremista, contrapponendo alla retorica apertamente xenofoba di Jobbik slogan e iniziative a favore dell'integrazione. L'idillio con gli ungheresi potrebbe durare ancora per poco. Nei piani di bilancio da presentare entro la fine del mese, l'esecutivo dovrà introdurre le misure di austerità richieste dai parametri europei. D'ora in poi Orbán faticherà a mantenere i livelli plebiscitari di consenso ai quali è abituato. E a contrastare l'attrazione irresistibile esercitata da Jobbik.
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