Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Israele distrugge vigne e uliveti E' la disinformazione di IO Donna del Corriere della Sera
Testata: Corriere della Sera Data: 11 ottobre 2014 Pagina: 36 Autore: Valentina Ravizza Titolo: «Chiantishire ? No, vigne della Palestina»
Riprendiamo da IO-CORRIERE della SERA di oggi, 11/10/2014, a pag. 36, con il titolo "Chiantishire ? No, vigne della Palestina " la breve di Valentina Ravizza, una notizia chiaramente non attendibile. Il luogo distante 15 Km da Gerusalemme, Battir, è situato - stante a quanto scrive la cronista- nei territori contesi, quindi non è per niente vero che si possa definire Palestina. A differenza di Betlemme, che invece trovandosi nell'area A, è sotto la completa amministrazione dell'Anp. Israele poi, non distrugge mai nè vigneti nè uliveti, questa è prassi tipicamnete araba, come dimostrano le serre distrutte a Gaza dopo la consegna della Striscia. Ravizza confonde Roma con Toma, la sua è disinformazione. Indegna. Il ìretrogusto' lo prova chi legge il suo pezzo.
Valentina Ravizza
Un susseguirsi di terrazzamenti verdi con orti, uliveti e vigneti, interrotti solo dallo scorrere dell'acqua lungo millenari acquedotti. Non è il Chianti, ma il villaggio di Battir, terra palestinese di oli e vini (a mezz'ora da Gerusalemme) tanto buoni da essere tra i patrimoni dell'Unesco. Un successo dal retrogusto amaro, però, perché si rischia che il sito scompaia. Israele si prepara, infatti, a espropriare 400 ettari di campi e abitazioni nell'area di Betlemme, che dista 15 chilometri, per trasformarli in insediamenti di coloni. Basterà un eco-museo (finanziato, tra gli altri, da enti locali italiani) a proteggere queste colline.
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