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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.08.2014 Crimini di guerra: il ruolo terrorista della Corte Penale internazionale dell'Aja
Cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 agosto 2014
Pagina: 6
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Il conflitto di Gaza ora può finire alla Corte dell'Aja»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/08/2014, a pag.6, con il titolo "Il conflitto di Gaza ora può finire alla Corte dell'Aja", la cronaca di Davide Frattini.


Davide Frattini              Corte penale dell'Aja

Il palazzone di 14 piani è ridotto in macerie: l'esercito israeliano sostiene che i comandanti di Hamas lo usavano come quartier generale per coordinare gli attacchi, i medici palestinesi parlano di almeno venti feriti, tra loro anche bambini. Attorno a bombardamenti come questo di ieri notte, il governo di Benjamin Netanyahu e l'Autorità Palestinese potrebbero trovarsi a dibattere davanti alla Corte  internazionale dell'Aja. I fondamentalisti avrebbero dato il via libera al presidente Abu Mazen perché aderisca allo statuto di Roma e chieda al tribunale di aprire un'inchiesta per crimini di guerra contro Israele. L'organizzazione che controlla la Striscia di Gaza se si è sempre opposta: i leader sono consapevoli che assieme alle altre fazioni possono essere accusati di aver violato le convezioni internazionali: il bersagliamento indiscriminato delle città israeliane (600 tra razzi e colpi di mortaio da quando la tregua è finita martedì, un bambino di quattro anni ucciso), le ripetute violazioni del cessate il fuoco, le basi di lancio nascoste tra la popolazione di Gaza. Khaled Meshal, il leader che vive in Qatar, ha sostenuto in un'intervista a Yahoo News che con «armi più precise gli obiettivi sarebbero solo militari». Ha anche chiesto «di non paragonare Hamas allo Stato Islamico». Abu Mazen ha attaccato il movimento per le esecuzioni sommarie dei palestinesi (almeno 25) accusati di passare informazioni all'intelligence israeliana: «Non sono accettabili». Il Fatah, la fazione del presidente, le considera anche una strategia dei terrore per reprimere la dissidenza contro una guerra che va avanti da quasi cinquanta giorni, i morti nella Striscia di Gaza sono oltre 2000, per la maggior parte civili. Hamas non sembra ancora disposta a rimandare una delegazione al Cairo per riprendere le trattative: i mediatori egiziani invocano una tregua immediata, Abu Mazen cerca di esercitare pressioni sui capi fondamentalisti. Ii governo di Netanyahu si rifiuta di negoziare sotto il fuoco e i ministri più duri lasciano trapelare che potrebbe essere decisa un'altra offensiva di terra, questa volta con l'obiettivo di far cadere Hamas.

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