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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
29.07.2014 Netanyahu dice no, Obama ne prende atto
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana

Testata: Informazione Corretta
Data: 29 luglio 2014
Pagina: 1
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Netanyahu dice no, Obama ne prende atto»
Netanyahu dice no, Obama ne prende atto
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana



Barack Obama                         




Benjamyn Netanyahu



In altro a destra, i tunnel del terrore

Se lo scenario non fosse tragico, potremmo trovarci tranquillamente di fronte a una commedia degli errori, del genere Totò e Peppino, in questo caso interpretati da Barack Obama e John Kerry.
Obama, al telefono con Netanyahu, gli dice che la smilitarizzazione di Hamas è da posporre ai prossimi colloqui di pace, mentre cessate il fuoco e tregua vanno dichiarati subito. Kerry, da ligio ministro degli esteri, lo dichiara ai quattro venti. Ma la risposta, diretta, senza equivoci interpretativi, di Netnatyahu, “ chiusura dei tunnel e smilitarizzazione subito” scombina il gioco di Obama, non abituato a sentirsi dire di no. Chiama Kerry e,presumibilmente, gli dice di prendersi lui la responsabilità del giro di valzer, dicendo “Ok, allora prima della tregua, accettiamo- interamente- la richiesta di Netanyahu”.  Da qui, sui media israeliani stamane, la dichiarazione di Kerry che “ gli Stati Uniti vedono la smilitarizzazione come parte integrante  di un eventuale cessate il fuoco “, che se non è proprio un “Ok Bibi” poco ci manca, di fatto è un “Yes Sir”. Ma è questa la serietà della politica estera del più grande paese del mondo ? E, aggiungiamo, della più grande democrazia ?
Ieri sera, a reti unificate – come diremmo in Italia – alle 20, il Premier Benjamin Netanyahu, il Ministro della Difesa Moshe Ya’alon e il Comandante in Capo di Tsahal Benny Gantz, hanno detto come intende muoversi il governo di Israele: “ Non termineremo le operazioni a Gaza fintanto che non saranno neutralizzati i tunnel dei terroristi”. Non è stata indicata nessuna data, ma “  la distruzione dei tunnel è il primo passo, a cui deve seguire subito dopo la smilitarizzazione di Hamas, che deve essere parte di ogni soluzione”, ha poi aggiunto Netanyahu, “ non esiste una guerra più giusta di questa”.
Moshe Ya’alon non è stato da meno: “ la sicurezza dei cittadini non verrà compromessa, continueremo a colpire Hamas finchè non verranno distrutti i tunnel e tutte le infrastrutture connesse. Hamas si sbaglia se crede che i missili e gli atti terroristici siano portatori di dialogo. Mentre noi difendiamo i nostri cittadini, i bambini, Hamas li sacrifica, il mondo dovrebbe saperlo”.
 Benny Gantz ha elogiato Tsahal, sottolinendone i successi e il comportamento morale, perché adotta tutte le misure possibili per causare meno vittime civili. Ma Hamas lancia missili anche dall’interno di ospedali, come è avvenuto nell’Ospedale Shifa di Gaza City”.
Gli effetti di queste scelte si sono viste ieri, quando in un parco giochi davanti a una moschea, quando è stato centrato da un missile di Hamas che ha causato la morte di 8 bambini e due adulti, e il ferimento di una quarantina fra i presenti nel parco. Un’altra esplosione è avvenuta nello stesso tempo dentro  il più grande ospedale di Gaza, lo Shifa, causata da un missile di Hamas.
La giornata di ieri era iniziata con il tentativo di un cessate il fuoco umanitario da parte israeliana, la risposta di Hamas ha dato invece come risultato l’ uccisione di altri 5 soldati d’Israele, portando a 48 il numero dei caduti da quando è iniziata l’Operazione Zuk Eitan. IDF ha dichiarato ieri che il 60% dei tunnel è stato distrutto, per il restante 40% occorrerà ancora una settimana,il loro elenco è già pronto. A proposito di tunnel, ieri Tsahal ne ha scoperto uno che penetrava per 2 Km dentro Israele, nel kibbutz Be’eri,davanti al confine con Gaza e che verrà distrutto quanto prima. Lascio all’immaginazione del lettore quel che sarebbe avvenuto degli abitanti di Be’ri se Israele non avesse dato il via alla Operazione Zuk Eitan.


Angelo Pezzana


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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