Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Israele non indebolisca la propria deterrenza Editoriale del Foglio
Testata: Il Foglio Data: 05 luglio 2014 Pagina: 3 Autore: la redazione Titolo: «La deterrenza in crisi di Israele»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/07/2014, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "La deterrenza in crisi di Israele".
Sderot:carcasse di razzi kassam
In Israele circola una battuta: “I palestinesi lanciano missili da cento dollari e causano danni da tre milioni. Israele lancia missili da 500 mila dollari che fanno boing”. Sarcasmo cupo, che però spiega bene l’umore nell’establishment e nell’opinione pubblica dopo la strage dei tre studenti ebrei da parte degli islamisti. Mentre Israele ammassa truppe al confine con Gaza come dimostrazione di forza, si parla già di tregua e cessate il fuoco fra Gerusalemme e Hamas. Yedioth Ahronoth, il maggiore giornale in lingua ebraica, commenta così: “Non era mai successo che l’Israel defence forces non rispondessero al lancio di missili”. La flebile risposta al terrore dello stato ebraico ha lasciato apparire come compromessa la sua deterrenza. E soprattutto l’inerzia potrebbe aver scatenato l’orrenda vendetta popolare contro un ragazzo palestinese innocente (ma resta ancora da capire cosa sia avvenuto a Gerusalemme). Anziché colpire la centrale del terrore islamico, l’alveare di Gaza, il premier Netanyahu, il ministro della Difesa Ya’alon e il capo di stato maggiore Gantz sembrano aver optato per lo smantellamento dell’infrastruttura politica di Hamas in Cisgiordania. Dicono di voler “calmare la tensione”. Gerusalemme non conosceva un simile livello di violenza terroristica dentro i suoi confini dalla Seconda Intifada. Ma allora, Ariel Sharon mandò i carri armati dentro la casbah di Nablus e assassinò i mandanti delle stragi, compreso uno sceicco paralitico. Quell’operazione rese possibile il ritorno al negoziato. Oggi la parola d’ordine è “restraint”. Parola afona che eccita i nemici della convivenza da entrambe le parti. L’appeasement genera sempre terrore.
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