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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Se la strategia è la ritirata 27/06/2014

A volte può capitare di non essere d'accordo con il professor Volli: quando indica gli sbagli, gli errori, la stupidità  delle politiche estere di Obama. di Francesco, della Ue. A me pare che vi sia un obiettivo comune, lucido e strategico: la ritirata. La si può fare con più o meno onore, ma quel che conta è ritirarsi. E' una politica perseguita con intelligenza e determinazione, che sta avendo un indiscusso successo: ci stiamo ritirando. Che cosa succede durante le ritirate agli avamposti ? Sono avamposti i cristiani in Nigeria, o negli altri luoghi dove sono perseguitati ? Ed Israele è un avamposto ? Non serve una critica razionale, perchèloro hanno un'altra "razionalità ", serve rispetto, rispetto per i nemici!

lettera firmata

Risponde Ugo Volli:

Gentile lettore, ho il sospetto che siamo più in accordo che in disaccordo. Esistono gli errori tattici e quelli strategici. Ritirarsi (facendolo fra l'altro con la velocità di una vera e propria fuga) è molto pericoloso. Per farlo con sicurezza, bisogna lasciarsi dietro degli amici, non dei nemici vecchi vincitori e degli ex amici traditi. Ritirarsi poi ha un prezzo. Per gli americani, che hanno un oceano di mezzo e ormai estraggono tutto il loro petrolio in casa con nuove tecnologie, il prezzo di ritirarsi dal Medio Oriente è la perdita dell'egemonia mondiale, che si vede con la loro progressiva irrilevanza in altri teatri di guerra, come il Mar della Cina e il Mar Nero. Per l'Europa, che ha il Mediterraneo come confine meridionale e ha la stupidità di portarsi il nemico in casa a milioni, il ritiro dal Medio Oriente significa che il prossimo conflitto con l'Islam si terrà sul terreno europeo e non su quello mediorientale. Avremo cioè la distruzione, i morti, la violenza indiscriminata in casa. Se le pare una strategia intelligente...


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